Uguali o Diversi? è una fiaba che ha come tema principale l’uguaglianza.
Sotto la grande quercia quel giorno c’era molta agitazione: un litigio era scoppiato fra il riccio ciò e la rana cra e tutti e due gridavano con tutto il loro fiato per sostenere la propria opinione: – Ti dico che sono diversi, tutti diversi tra loro, gracidava la rana – ne ho visti tanti io.
E invece ti dico che sono uguali – sosteneva il riccio – osservo bene i loro piedi quando mi passano vicini, le loro mani quando mi sollevano da terra per guardarmi, le loro gambette sempre un po’ graffiate quando giocano al pallone. I bambini sono tutti uguali. Diversi, cra. Uguali, ciò. Diversi. Visto che la lite non accennava a finire, qualcuno pensò che era opportuno chiamare un arbitro. E arrivò il solito asino saggio, quello che tutti gli animali ascoltavano.
Quando gli posero la questione scosse la testa perché anche lui aveva le idee confuse sull’argomento e propose subito di sentire il parere degli interessati. – Chiamiamo i bambini – disse – e facciamoci dare da loro la risposta. Si mossero tutti per cercare i bambini. Quel giorno il sole splendeva e così non fu difficile trovarne un gruppetto che correva sul prato; più difficile fu convincerli a lasciare il gioco, per ascoltare le domande che riccio, rana e asino volevano fare loro.
Pierino fu il primo a rispondere: Ma certo che siamo diversi, non si vede? lo ho i : capelli biondi, lui neri e mia sorella li ha rossi; e poi ho un compagno con gli occhiali e uno tutto pieno di brufoli. Siamo tutti diversi. Però – aggiunse un altro – la mia mamma dice sempre che noi bambini siamo tutti uguali: quando giochiamo fuori ci sporchiamo dalla testa ai piedi, nessuno vuole assaggiare la minestra di verdura, tutti ci incantiamo guardando la TV. Lo ripete sempre che siamo proprio uguali.
E ha ragione la tua mamma – intervenne la più piccola che era però molto sveglia – noi bambini litighiamo perché vogliamo tutti le stesse cose. E ora vogliamo tornare tutti a giocare. Andiamo. Partirono di volata lasciando il riccio, la rana e rasino più perplessi di prima. Forse bisognerà chiedere alle mamme – riprese L’asino che non voleva darsi per vinto. E si avviarono verso il supermercato dove erano sicuri di trovarne tante. Eccone due che hanno già fatto la spesa, fermiamole. E fecero loro la domanda. Che discorsi – fece la prima – certo che sono diversi: il mio bambino, ad esempio, è il più bravo a scuola, il più alto, il più intelligente, il più furbo, il più allegro…
Basta per carità smettila – disse l’altra – scommetto che anche il tuo bambino quando ha mal di pancia vuole la mamma, che prima di andare a letto non vuole lavarsi i denti, che chiede sempre caramelle: i bambini sono tutti uguali. L’asino continuava a scuotere la testa: se neppure le mamme erano d’accordo voleva dire che il problema era proprio difficile da risolvere – Oppure non sono intelligente abbastanza – pensava triste
Si allontanò piano piano, non voleva darsi per vinto. Passò vicino ad una scuola e mise il muso alla finestra per vedere dentro. Il maestro leggeva una storia e tanti bambini ascoltavano incantati; sembravano tutti diversi: c’era il solito biondino pieno di lentiggini, un grassottello con un faccione tondo tondo, una piccoletta dagli occhi particolarmente vispi, c’era una bambina di colore con tutte le sue treccine annodate e uno spilungone con gli occhiali.
L’asino drizzò i lunghi orecchi curioso di sentire quella storia che doveva essere così interessante. Il maestro raccontava di un piccolo principe che veniva da un altro pianeta e che sulla terra aveva imparato una cosa molto bella: Le cose importanti – leggeva il maestro – non si vedono solo con gli occhi ma col cuore. Il cuore – pensò l’asino – il cuore; come ho fatto a non capirlo prima? Ecco cosa hanno di uguale tutti i bambini. Sono diversi ma uguali nel cuore. E per la gioia di aver capito emise un sonoro raglio.
Maestro – disse un bambino – la tua storia è così bella che anche gli asini vengono a sentirla. E mentre tutti ridevano l’asino tornò di corsa dalla rana e dal riccio. Smettete la di litigare – disse – i bambini sono diversi ma hanno il cuore uguale; quindi sono uguali anche se sono diversi. Avete capito? Cra – disse la rana – ho capito: a me piace vederli diversi ma è anche bello sapere che dentro sono uguali. Ciò – disse il riccio – ho capito; a me sembrano uguali ma è bello sapere che sono anche diversi. Diversi e uguali nello stesso tempo: parola di asino!
fonte: raccolto.org