Si deve alla fantasia di un grafico pubblicitario della Coca Cola Company, Huddon H. Sundbolm, l’immagine universalmente nota di un Babbo Natale dall’aspetto bonario, barbuto e rubicondo, che viaggia su una slitta scampanellante per i cieli di mezzo mondo. Ma, se ci interroghiamo sulle origini di tale personaggio e se seguiamo l’intricato filo della leggenda, è necessario abbandonare le patinate insegne pubblicitarie made in Usa per spostarsi nell’Europa continentale e particolarmente in Olanda, dove il culto medievale di San Nicola di Mira, vescovo turco del IV secolo molto amato nell’Occidente cristiano, ha subito le prime trasformazioni che hanno prodotto in seguito la raffigurazione attuale di Babbo Natale.
È infatti proprio ad opera degli Olandesi che San Nicola, in patria prima e nei dominions d’Oltreoceano poi, ha lasciato l’austero abbigliamento da prelato per indossare l’abito scarlatto dai risvolti di pelo bianco che oggi ovunque lo caratterizza. Se nella maggioranza dei Paesi Babbo Natale è associato unicamente al 25 dicembre, in altri le celebrazioni a lui dedicate coincidono con la festa di San Nicola. È il 6 dicembre, infatti, il giorno più atteso dai bambini d’Olanda, Belgio e Lussemburgo; in quell’occasione, viene eletto un piccolo vescovo che godrà, per l’intera giornata, di pieni poteri. Secondo la tradizione, Sinter Klaes (nome olandese di San Nicola, contratto nella forma germanica Santa Klaus) trascorre buona parte dell’ anno in Spagna, dove annota su un grande libro rosso tutto ciò che riguarda il comportamento dei bambini. A metà novembre, il vegliardo, accompagnato da un fedele servo Zwarte Piet carico di doni, parte alla volta dei Paesi Bassi. Ad attenderli, al porto di Amsterdam, ogni anno si radunano in tanti, pronti a festeggiarli. La notte del 5 dicembre i due cavalcano sopra i tetti ed entrano nelle case dove trovano, accanto al camino, degli zoccoletti di legno contenenti della paglia e qualche carota che possano sfamare il cavallo; qua e là, sparse sul pavimento, manciate di dolcetti come buonaugurio e benvenuto agli ospiti notturni. Pietro lo Scuro sostituisce il cibo con i regali che pesca nel suo pesante sacco.
Nonostante questa sua funzione benefica, Piet o Nicodemo, conosciuto in altre regioni europee come Krampus, Père Fouettard, Schmutzil o Hans Krapp, ha anche un aspetto spaventoso: il suo sacco, che contiene, oltre ai doni, piccole fruste con cui punire i cattivi, è grande abbastanza per portare via i bimbi più disobbedienti. Nell’Ottocento, la rappresentazione di Sinter Klaes era affidata ai Bilderbogen, delle stampe stereotipe che ritraevano Nicola barbuto e calvo, in abito vescovile ma senza la mitra, con in mano una frusta e, vicini, un alveare e un cane, simboli teologici dell’ eloquenza e della disciplina. Col trascorrere del tempo, l’iconografia di san Nicola si è andata via via liberando degli attributi vescovili e si è venuta unificando con quella di Piet, il processo di secolarizzazione si è portato a termine con il trapianto della leggenda olandese negli Stati Uniti. Gli Europei, nel colonizzare il nuovo continente, portarono con sé anche il bagaglio di riti e credenze legato ai vari santi già venerati nei Paesi d’origine e gli Olandesi non furono da meno, trasferendo il patronato di san Nicola (già protettore della loro capitale) a Nuova Amsterdam, più tardi rinominata New York. Il cibo è fondamentale nei festeggiamenti di Santa Klaus. In Belgio i dolci del 5 dicembre avevano originariamente forma umana e rappresentavano san Nicola. Questi biscotti dal colore bruno, che ora vengono modellati non solo secondo la figura del Santo ma anche con varie forme animali, si accompagnano ad un bicchierino di cherry o di brandy ai lamponi.
Ma anche in questi Paesi il Natale rimane la festa religiosa e familiare più importante. Nell’Hainaut, in Belgio, si accendono fuochi davanti alle case delle persone più in vista; ed è comunque diffusa in tutto il Paese l’accensione di falò e fuochi vari nelle feste di Natale. In attesa della messa di mezzanotte, la famiglia si riunisce attorno ad una tavola preparata ponendo lettere iniziali di cioccolata come segnaposto. La cena è a base di salmone, caviale, e soprattutto ostriche. Il pranzo del 25 prevede invece un consommé con foglioline di prezzemolo, roastbeef o tacchino arrosto farcito di carne macinata, tartufi e bagnato di cognac. Come contorno, cavolini di Bruxelles e albicocche sciroppate passate in padella col fondo di cottura del tacchino. Il dolce riprende il tronco di Natale francese, a cui è però qui aggiunto un piccolo Gesù Bambino di zucchero.
In Olanda, l’atmosfera natalizia, comincia prestissimo, il 6 dicembre quando si festeggia l’arrivo di Sinter Klaas. Giunge dalla Spagna via mare, in barca a vela, accompagnato da un curioso servitore, Piero il Nero, che purtroppo non é sempre indulgente ed accomodante con i bambini cattivi… Subito, appena Sinter Klaas mette piede a terra, tutte le campane si mettono a suonare. Anche lui, come Babbo Natale, ha un lungo vestito rosso, appare maestoso, vestito nei ricchi parametri di vescovo, su un magnifico cavallo bianco e, guidando un lungo corteo, si dirige verso il centro della città per incontrare la regina.
Piero il Nero tiene il cavallo per le redini. I bambini sanno che il servitore di Sinter Klaas porta un piccolo registro con descritte tutte le loro azioni; per tutti i bambini buoni ci saranno tanti regali, ma per quelli cattivi saranno allontanati col bastone. Sinter Klaas e Piero il Nero si intrufolano attraverso porte e finestre, sorvolano i tetti aguzzi e…giù per i camini a distribuire regali a tutti. I bambini olandesi mettono davanti al camino i loro zoccoli o le scarpe, pieni di fieno e di carote per il cavallo del santo; sperando così di ricevere in cambio da lui dolciumi e regali. Spesso si festeggia Sinter Klaas la vigilia di Natale, invece che il 6 dicembre. In questo giorno si possono anche scrivere poesie per prendere affettuosamente in giro i componenti della famiglia; le poesie sono firmate da Sinter Klaas e il loro vero autore resta anonimo. In alcune famiglie si organizza una vera e propria caccia ai regali portati da Sinter Klaas.
Si compongono delle poesie-indovinello che guideranno i cercatori sulle tracce dei pacchetti nascosti. La sera si mangia tutti insieme un dolce speciale chiamato “letterbanket”, cioé dolce lettera, fatto di marzapane e biscotto. Ogni famiglia gli dà la forma della lettera iniziale del proprio nome; altri invece fanno tanti piccoli dolci, uno per ogni componente della famiglia, con la forma della sua iniziale. Anche in Olanda si fanno grandi luminarie e, l’augurio GELUKKIG KERSTMIS ( Felice Natale) echeggia dappertutto. Il giorno di Natale a mezzogiorno in punto, tutti restano in piedi in silenzio per tre minuti davanti al tacchino o l’oca ripiena di prugne. Ci sono sulla tavola anche dolci quasi tutti a base di melassa e mandorle. Tradizionalissime sono le speculaas; focacce a forma di persona o animale. In Danimarca i bambini hanno il compito di decorare la tavola con fiori e oggetti preparati da loro. A Copenaghen c’é l’uso di accendere un mese prima l’albero in una grande piazza della città. I danesi coltivano in vasetti un giacinto; se fiorisce il giorno di Natale la tradizione sostiene che la casa sarà protetta dalle malattie. Il pranzo di Natale é piuttosto elaborato; il riso al latte nasconde in fondo una mandorla, chi la trova ha diritto ad un regalo più grande e più bello e, dopo il pranzo iniziano le danze intorno all’abete.