Ludwig van Beethoven nacque a Bonn, in Germania, nel 1770 da famiglia originaria delle Fiandre. Il padre Johann, che tanta influenza, anche negativa, avrebbe avuto sulla sua esistenza, era tenore nella cappella di corte. Il giovane Ludwig manifestò precocemente la sua passione per la musica. Ancora bambino ricevette i primi insegnamenti musicali, oltre che dal padre, anche da Christian Neefe, organista di corte, del quale prese il posto nel 1782, a soli dodici anni. L’anno successivo suonò il clavicembalo nell’orchestra del Teatro Nazionale. Nel 1782 aveva anche pubblicato la sua prima composizione.Sempre più appassionato di musica e di composizione, nel 1787 Beethoven andò a Vienna, per farsi dare lezioni da Mozart.
Era il sogno della sua giovinezza che si realizzava, la possibilità di vivere a contatto con un genio e di apprenderne i segreti, ma la morte della madre mise fine al sogno. Dovette tornare immediatamente a casa dove il padre, un poco di buono dedito al gioco e all’alcol e ormai incapace di guadagnarsi da vivere, affidò l’intera famiglia alle cure del giovane figlio. A tale compito Beethoven adempì scrupolosamente, senza per questo trascurare la sua formazione culturale. Continuò a studiare musica e si iscrisse inoltre alla facoltà di filosofia dell’università. Nel 1792 Ludwig tornò a Vienna per prendere lezioni da un altro grande compositore, Haydn, che qualche anno prima aveva avuto per lui parole di elogio e di ammirazione. Nonostante la stima reciproca, però, Beethoven e Haydn non riuscirono mai ad andare d’accordo. Pur senza rompere del tutto i rapporti, Beethoven preferì andare da altri maestri: da Albrechtsberger per il contrappunto e da Salieri per la scrittura vocale. Nel 1796 la sua formazione musicale era completa. Diede concerti in varie città e a Berlino suonò il pianoforte alla presenza dell’imperatore Federico Guglielmo II. Da quel periodo Beethoven visse sempre a Vienna, divenuta ormai sua città elettiva.Di carattere taciturno, Beethoven si rinchiuse sempre più in se stesso. Con l’insorgere e l’aggravarsi di un’acuta forma di sordità progressiva, la sua scontrosità divenne isolamento totale. Per il grande musicista questa sordità, che lo estraniava completamente dal mondo, fu un dramma tremendo. Prigioniero del silenzio, infelice e misantropo, riversò ogni sentimento, ogni slancio nella musica che ormai riusciva a ‘sentire’ solo nella mente.
Beethoven, oltre tutto, non era mai stato fortunato negli affetti. Nella sua esistenza si conoscono pochi amori, tutti molto tormentati, resi difficili soprattutto dal carattere ombroso e riservato del grande compositore. Molto probabilmente a rendere faticose le sue relazioni con gli altri contribuirono, oltre alla sordità, le passate esperienze familiari. A una sola persona Beethoven si affezionò: al nipote Karl, figlio del fratello Kaspar che egli prese a vivere con sé e che amò come un figlio. Ma andò incontro a un’altra delusione. Karl, rivelatosi anch’egli un poco di buono, gli causò molte sofferenze e gli amareggiò gli ultimi anni di un’esistenza già tanto infelice. Già famoso in vita, Beethoven giganteggiò dopo la morte. Secondo la critica moderna egli è il più grande musicista di tutti i tempi. Compose una sola opera lirica,«Fidelio», ma la sua arte si espresse soprattutto nelle sinfonie veri e propri capisaldi nella storia del genio dell’uomo.
Ne compose nove, dal 1799 al 1823. La Terza sinfonii «Eroica », originariamente destinata a Napoleone), la Sesta «Pastorale» e la Nona sono, con la «Missa Solemnis»,suoi maggiori capolavori. Scrisse inoltre numerose sonate, concerti e balletti.Morì a Vienna nel 1827, ormai completamente sordo. Le sue musiche immortali testimoniano e per sempre testimonieranno la sua grandezza.
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