Fino a un secolo e mezzo fa il vaiolo cagionava anche nei paesi più progrediti estese e spaventose epidemie. In quella del 1770 in India si ebbero 3 milioni di vittime. Nel Cinquecento si ebbero in Europa 6 grandi epidemie di vaiolo. Quando una popolazione ne era colpita, la maggior parte moriva; i superstiti rimanevano con il viso deturpato da cicatrici, lasciate dalle pustole che durante la malattia ricoprivano il corpo. Anche nei periodi in cui non vi erano epidemie clamorose, vi era però uno stillicidio di colpiti, che nel nostro continente arrivava a mezzo milione di morti ogni anno.
La malattia era fra le più contagiose che si conoscessero: era sufficiente che una persona sana toccasse il corpo o gli indumenti di un malato, perché il contagio fosse immediatamente trasmesso. Fin dai tempi più antichi però, si era potuto constatare che, quando una persona riusciva a superare la malattia, non si ammalava più, anche se avvicinava dei malati. Ci fu allora chi cercò di farsi contagiare da un malato di vaiolo in forma leggera, sperando di ammalarsi non gravemente e di non essere poi più in pericolo. Dicono che i primi a mettere in atto questo sistema fossero i Cinesi qualche secolo dopo Cristo. Fatto sta che l’usanza venne in Europa dall’Oriente nel Settecento e fu chiamata « vaiolizzazione ».Vi erano medici che si incaricavano di eseguire la vaiolizzazione, ma risultò che ciò non era esente da pericolo: infatti più di un vaiolizzato su 100 moriva. (Per vaiolizzare, i medici pungevano il paziente con un ago intinto nelle pustole di un vaioloso non grave.)
Nel campo medico si era quindi pieni di dubbi, quando un giorno, verso la fine del ‘700, un dottore di campagna di un paese dell’Inghilterra, Edward Jenner, sentì dire dai contadini del luogo che molti di essi si erano ammalati di vaiolo ed erano guariti tutti senza conseguenze. Essi erano concordi nell’affermare che il vaiolo l’avevano « preso» dalle mucche. Che cosa c’era di vero? Jenner studiò le mucche e si accorse che esse possono avere una malattia simile al vaiolo degli uomini: anch’esse presentano infatti sul corpo delle pustole. Osservò a lungo e constatò che i contadini contagiati dalle mucche avevano soltanto qualche lieve malessere; e le pustole che apparivano sulla loro pelle sparivano senza lasciare alcuna traccia, Non c’era dubbio: esisteva un « vaiolo delle mucche» che poteva essere trasmesso agli uomini, ma che non aveva nessun effetto mortale e non lasciava cicatrici. A questo punto balenò nella mente di Jenner l’idea geniale: e se, contraendo il vaiolo delle mucche, si rimanesse immuni dall’altro vaiolo, quello che mieteva tante vittime? Solo un esperimento poteva confermare questa speranza. Jenner tentò.
Innestò nel braccio di un ragazzo la sostanza infetta tratta da una mucca vaiolosa e, dopo un certo numero di giorni, quella di vaiolo « umano ». Il ragazzo non si ammalò. La terribile malattia era vinta. La « vaccinazione », cioè l’inoculazione di germe preso dalle vacche, sostituiva la pericolosa « vaiolizzazione » e si diffuse rapidamente. Napoleone I’istituì nel suo impero numerosi centri di vaccinazione antivaiolosa. Verso la metà dell’800 essa fu resa obbligatoria in tutti i paesi civili del mondo. Oggi i casi di vaiolo sono considerati avvenimenti del tutto eccezionali .