La fuga dell’ammalato è una fiaba di carnevale che racconta dello strano dottor Balzone…
Una sera i signori De Servi chiamarono con urgenza il medico, perché il nonno stava male. Dopo un’ora, grasso, tronfio, tutto vestito di nero, con un grosso naso e un gran cappello arrivò il dottor Balanzone di Bologna. Si avvicinò con aria solenne al letto del nonno e incominciò:
– Questo est il paziente, l’ammalato, l’uomo dalla salute cagionevole?
– Sì, Eccellenza… – Volete che gli parli in italiano, in dialetto bolognese o in latino latinorum?
– Ma… veramente… per noi …
– Desiderate che io scriva, parli, danzi, faccia smorfie, balbettii? Posso scegliere il linguaggio che più vi aggrada poiché io sono dottissimo: ho studiato all’Accademia degli Asinelli, all’Università dei Merli, alla Grande Scuola dei Pomodori Ripieni. Io sono Laureato in Larghezza, Altezza, Lunghezza. Io sono un GRANDE DOTTORE, un MAGNO DOTTOREM. Toh… a proposito… magno anche subito se volete!
– Ma come volete che si pensi a mangiare in un momento come questo – esclamarono indignati i De Servi.
– Non vedete che il nonno è gravissimo? Presto…
– Calma, calma – replicò Balanzone.
– Ora mi accingerò a visitare l’ammalato. Volete che gli tocchi il polso sinistro o il destro? La gamba o il torace? Gli faccio una puntura? Volete che gli tolga il fegato?
– IL FEGATO!!!???
– Oppure desiderate che gli tolga la milza, il cuore, i polmoni, l’orecchio destro, il ginocchio sinistro?A questo punto il nonno, stanco di tutti quegli spropositi, si alzò e così in camicia come era se ne uscì di casa, lasciando il dottor Balanzone… in eredità ai parenti!
fonte: campus.mondadorieducation.it