Mille e Sei Pianeti è una fiaba che ha come tema principale l’uguaglianza.
C’era una volta Federoco. Federoco era un bambino come tanti: non era bellissimo, a scuola non era il primo della classe e non era un campione di scherma. Era invece un bimbo molto sveglio e di lui, come di tanti bambini, dicevano: “E’ in gamba, è un tipo con gli occhi aperti!” Avevano ragione: Federoco era così sveglio che non sbadigliava mai in faccia al mondo, perché lo guardava con curiosità, da sempre. Il Mondo se ne accorse. E ne era così contento che un bel giorno chiamò i suoi consiglieri Periquale e Periqui – e disse loro: “ Andate da Federoco e ditegli che gli farò un regalo bellissimo se soltanto saprà capire il segreto dei bambini del mondo, una volta per tutte…” E tirò fuori dalla tasca un minuscolo biglietto giallo, sul quale era scritto:
SEGRETO DEI BAMBINI DEL MONDO: TUTTI I BAMBINI SONO DIVERSI MA TUTTI SONO UGUALI.
I Consiglieri pensarono che quel biglietto era strano, troppo strano. Pensarono anche che l’idea di Mondo era strana: era una pazzia delle solite. I Consiglieri lo guardavano in silenzio e seri, ma il Mondo disse: “Andate da Federoco e ditegli che gli farò fare il giro dei mille e sei pianeti e delle tante età!” “Ma…ma …è un regalo che non avete mai fatto a nessuno…ma è un giro lunghissimo e larghissimo. …ma quel bimbo perderà scuola per due o tre milioni di anni…ma rischierà di prendersi il raffreddore almeno , almeno cento miliardi di volte…ma…” Ma il Mondo tuonò: “Macchè raffreddore, scuola e lagna d’altra sorte! Quel bimbo, lui sì, capirà quel che importa! I grandi non hanno badato al segreto. Ho bisogno di lui per essere ascoltato” E sorridendo , aggiunse: “Scusatemi se è poco: e trovatemi Federoco.” I Consiglieri trovarono Federoco nella strada davanti a casa. Gli dissero del regalo del Mondo. Gli mostrarono il biglietto con il segreto. Gli chiesero, con sguardi severi, se aveva capito bene. Federoco rispose: “Non ho capito nulla. Ma farò il giro, lo farò tutto e forse alla fine…se non riesco renderò tutto al Sonno e sarà come se non lo avessi mai fatto. Dimenticherò…” E si mise in cammino, lasciandosi alle spalle i volti sempre preoccupati e seri dei consiglieri, stringendo nella mano destra il bigliettino giallo e nella sinistra il sacco vuoto.
Il giro cominciò. I pianeti che Federoco visitò, con buona pace del suo maestro, erano tantissimi, più di mille! E le età che Federoco visitò erano così diverse, così strane, fatte di storie mai raccontate: – Pianeta dei cieli rovesciati bambini senza scarpe – Pianeta degli orologi senza lancette bambini senza fretta – Pianeta dell’allegro caos, bambini sparpagliati e parapiglia – Pianeta dei “ma” bambini con dubbi – Pianeta delle corse di gentilezza bambini poeti – Pianeta dei pennelli che dipingono i discorsi bambini pittori – Pianeta degli odori bambini con i nasi all’insù – Pianeta dei “?” bambini domandati – Pianeta delle altezze e delle profondità bambini sulle cime e sui picchi In ogni pianeta , Federoco faceva amicizia con i bambini che incontrava, faceva merenda con loro, faceva loro domande, faceva un disegno dove scriveva: pianeta vattelappesca, i bambini cosi’ e cosi’. Teneva gli occhi ben aperti. E prima di andarsene si chinava e raccoglieva da terra qualcosa…sempre, prima di andarsene, raccoglieva qualcosa e lo metteva nel suo sacco… Il giro sembrava non finire mai, ma il sacco di Federoco non si era ancora riempito e il biglietto giallo, dove era scritto il segreto dei bambini del mondo, continuava ad essere giallo e ad essere un segreto, stretto nella mano di Federoco.
Arrivato al milleseiesimo pianeta, prima di ripartire, Federoco si chinò e raccolse da terra qualcosa…e si vide chiaramente che aveva raccolto UN’OMBRA e l’aveva messa nel sacco. Fu in quel momento che il Mondo gli si fece innanzi e disse: “Ciao Federoco!! Sei arrivato…infine. Ora devi riportare sulla Terra il segreto, oppure restituire il giro al Sonno, e dimenticarlo per sempre!” Federoco ebbe una gran paura nel cuore e una grande confusione nella testa. Era chiaro soltanto che non voleva dimenticare, non voleva perdere tutti gli amici di quel viaggio fantastico. Senza dire una parola vuotò il sacco ai piedi del Mondo. Il Mondo ora era lui a non capire. “Allora, bambino nostro…? Ai suoi piedi c’era una foresta di ombre sottili e abbracciate. Insieme a Federoco la Foresta sussurrava: “SIGNOR MONDO ECCO I TUOI BAMBINI: SIAMO NOI. CI HAI VOLUTI TUTTI SPECIALI. NESSUNO DI NOI È IDENTICO AD UN ALTRO: NOI TUTTI ABBIAMO SGUARDI DIVERSI CON CUI STARTI A GUARDARE. MA LE NOSTRE OMBRE SONO TUTTE UGUALI. SONO TUTTI ALBERI VIVI ALTI E BELLI DI QUESTA FORESTA, OGNUNO DI NOI È UN TUO BAMBINO: SIAMO TUTTI BAMBINI DEL MONDO.”
Il Mondo sorrise. Il segreto era stato capito. Anche Federoco sorrise. Aveva capito il segreto. E non lo avrebbe restituito al Sonno.
fonte: icferno.it