L’anoressia nel mondo della moda è molto diffusa e questo stereotipo che la perfezione risiede in un corpo magrissimo è entrato anche nelle case delle famiglie comuni, in cui genitori spesso inesperti si trovano spiazzati difronte a questa vera e propria malattia.
Il dramma dell’anoressia è ormai sempre più diffuso, e le pubblicità non sembrano aiutare: cartelloni pubblicitari per strada, riviste e reclame in TV non fanno altro che evidenziare un concetto di forma fisica spesso distorto che, molto spesso, induce i ragazzi e le ragazze a rifiutare anche solo l’idea del cibo! Ebbene sì, “ragazzi e ragazze”, perché se è vero che fino a qualche tempo fa si pensava che solo il genere femminile accusasse del problema, oggi è chiaro che questa malattia sta interessando anche i maschietti.
Non è un caso che, negli ultimi tempi, in molti programmi televisivi, telegiornali e giornali, sia stato possibile leggere che qualcuno ha pensato (bene) di vietare o almeno boicottare le sfilate di moda in cui le modelle risultano eccessivamente magre. Effettivamente, queste ragazze, più che mettere in evidenza gli abiti, mettono in evidenza il loro corpo, oserei dire le ossa! Silvia Ferretto, Antonella Maiolo, Erika Rivolta ed Elisabetta Fatuzzo, quattro consigliere regionali lombarde, hanno presentato anche un progetto di legge attuo ad affrontare questo enorme problema! In una intervista hanno dichiarato: “È una vera e propria emergenza sociale! … Se gli stilisti proprio non vogliono capire quanto dannose e deleterie siano, per le ragazzine che fungono da spettatrici, le immagini delle modelle esageratamente magre, allora, è forse il caso di boicottare quelle sfilate”. Speriamo che questa volta il Governo dia ascolto a queste donne, ma dobbiamo anche ricordare che non è la prima volta che qualcuno fa presente questo problema! Il problema principale è che “il digiuno” fa parte del contratto che queste modelle firmano con le case di moda: gli stilisti richiedono esplicitamente che le modelle non ingrassino!
“Il problema principale” – spiega qualcuno – “è che una modella magra fa vendere di più!”. Ma come è possibile? E’ noto che una persona in tv risulta più grassa di quasi 5kg rispetto a quello alla realtà, ma certamente non si può dire che le modelle siano sottopeso di soli 5kg! Questa è una scusa bella e buona, Eppure è risaputo quanto grave sia questo problema! Eppure sembrerebbe che per gli stilisti, i promotori e gli organizzatori delle sfilate, questa è una questione affatto degna di nota, che può tranquillamente essere sottovalutata. A loro interessano le vendite, i guadagni, il successo riscosso dai loro capi, il plauso del pubblico. Il numero delle ragazze che ogni anno sfiorano o vanno direttamente ad incontrarsi con una morte assurda e precoce, per loro è pressoché insignificante. Perché queste sono, in fondo, altre storie. Storie che
hanno per oggetto l’animo turbolento e scosso delle adolescenti, la personalità non ancora ben definita di queste teenager che si lasciano facilmente influenzare dalla pubblicità, dalle foto, dall’ apparenza. E che, purtroppo, non si limitano a guardare quelle loro coetanee dal fisico così straordinariamente longilineo, ma. .. ahimè, si fanno prendere e invadere dalla smania insormontabile di imitarle.
Recenti sondaggi lo dimostrano e, d’altronde, le statistiche non mentono: la percentuale di donne e ragazze anoressiche è aumentata negli ultimi tempi e si parla di circa ottomila casi in più ogni anno, per un totale di circa 450.000 anoressiche solo in Italia. E le più colpite da disturbi dell’ alimentazione, quali anoressia o bulimia, sono proprio le donne comprese in una fascia d’età che va dai quindici ai venticinque anni. È il periodo – quello dell’adolescenza- più critico in assoluto; quello in cui si innesca con se stessi una rete di conflitti e contrasti naturali; è la fase delle scelte da voler fare a tutti i costi con la convinzione di essere, ormai, maturi, grandi. E sappiamo bene che se una ragazzina ci si mette di proposito, non soltanto riesce ad evitare il cibo come fosse veleno, ma addirittura, sa portarsi con estrema tenacia fin sull’ orlo del baratro. È questo il punto base delle adolescenti: la determinazione, la forza di volontà. E, alla base di un male psicologico e deleterio quale l’anoressia, c’è proprio questo grande motore: la volontà, il non lasciarsi scalfire neppure dagli input contrari che possono provenire dal proprio cervello. Considerata a pieno titolo solo di recente una malattia psicofisica, l’anoressia ha, in effetti cause e conseguenze che non sono affatto da sottovalutare. La sua complessità e l’importanza di poterla curare per far sì che si estingua, sono sempre da rapportare all’aspetto psicologico della “paziente” .
Nel 99% dei casi, spiegano infatti gli esperti del settore, una ragazza che ha un cattivo rapporto col cibo, soffre di altri gravi disturbi della psiche: insicurezza, mancanza della stima di sé, a cui possono aggiungersi prese in giro da parte dei coetanei o situazioni familiari affatto lineari e limpide, come ad esempio genitori che pretendono dai figli la perfezione ad ogni costo, oppure che vivono con essi continui conflitti e litigi. Naturalmente, se una ragazzina risente di problemi e tensioni a livello familiare è molto più portata ad imboccare strade errate e a distorcere il proprio rapporto col cibo. Per tutti questi motivi, per curare l’ anoressia non è sufficiente, mai o quasi mai, solo il “contributo” medico, ma urge soprattutto quello di uno psicoterapeuta che coinvolga, nelle sue sedute, oltre alla ragazza in questione, anche la famiglia della stessa.
Né, d’altra parte, servirebbe a nulla costringere la paziente a riprendere a mangiare da sola se non si capisce e non si esamina il problema di fondo. L’intento delle quattro consigliere lombarde è proprio quello di dare vita ad una struttura, un Osservatorio Regionale per diagnosticare e curare questi oscuri mali, anoressie e bulimie, e capire perché il fenomeno sembra non solo non subire arresti, ma espandersi a macchia d’olio. È fondamentale, dicono le quattro donne anti-sfilate, “lanciare messaggi mirati e realizzare notiziari periodici rivolti ai giovani e alle famiglie” . Ed è ammirevole questo incontrastato impegno per cercare di salvare vite umane, peraltro tanto giovani.