La storia del mostro di Lochness, il più famoso del mondo, nasce nel lontano marzo del 1933, quando fra gli abitanti dei villaggi scozzesi comincia a circolare una leggenda tramandata fin dal 665 dopo Cristo. Eccola: nel Loch Ness (Loch, nell’ antico dialetto locale gaelico, significa “lago”) vive un essere enorme e misterioso. Per scoprire se il mostro di loch ness esiste, qualche mese dopo il giornale inglese Daily Mail ingaggia un famoso esploratore, dallo stravagante nome di Marmaduke Wetherell.
Pieno di entusiasmo, il grand’uomo si precipita in Scozia e in poco tempo, praticamente nel giro di tre giorni, riesce in una straordinaria impresa: fotografare le orme del mostro! Si tratta di due impronte chiarissime, del diametro di una ventina di centimetri, che potrebbero essere state lasciate solo da un animale alto almeno sei metri. E così, il 18 dicembre, il Daily Mail pubblica in prima pagina la grande notizia: “Il mostro di LochNess è un fatto, non una leggenda”. Incauta affermazione! Neanche una settimana dopo, il Museo londinese di Storia Naturale, a cui erano stati inviati i calchi delle impronte, comunica che le suddette non hanno nulla a che vedere con mostri, ma sono state lasciate da zoccoli essiccati di ippopotamo (che ai quei tempi erano usati come sostegno per gli ombrelloni da spiaggia). Per Marmaduke è uno smacco terribile. Ma la riabilitazione è vicina: tre mesi dopo un medico londinese, Robert Wilson, consegna al Daily Mail una prova inconfutabile: la storica foto in cui dalla superficie del lago emerge il collo lunghissimo di una specie di sauro preistorico.
L’ha scattata, dice, per caso. Per questo l’immagine non è molto chiara. Ma tanto basta per far nascere ufficialmente “Nessie”. Da quel giorno il lago non ha più avuto pace: curiosi e scienziati si sono avvicendati sulle sue rive per trovare altre prove dell’ esistenza del mostro. Sonar e palombari, sommergibili e scandagli hanno percorso in lungo e in largo le acque misteriose, ma ogni volta Nessie si è fatto beffe dei suoi cacciatori e delle loro apparecchiature. Sì, qualche volta è ancora apparso in qualche immagine poco nitida o è spuntato in mezzo al lago in una sera nebbiosa, ma nessuno è mai riuscito a mettergli il laccio al collo.
Né, probabilmente, mai ci riuscirà. Sì, perché l’ultimo discendente di Marmaduke, il figliastro Christian Spurling, scomparso novantenne nel novembre del 1993, prima di morire ha confessato che la famosa foto di Nessie era un trucco: il mostro altro non era che un sottomarino giocattolo a cui era stato incollato un collo serpentino fatto di pasta di legno! Lo scherzo era stato ideato da Marmaduke stesso per vendicarsi di coloro che avevano riso delle sue impronte.