I cinesi non sentono, in generale, di dover scegliere un religione o una filosofia rifiutando categoricamente tutte le altre. Essi scelgono ciò che sembra loro più adatto o utile a seconda delle circostanze, nel privato, nella vita pubblica, o per uno dei loro riti di passaggio. Il Taoismo viene fatto risalire, per tradizione, al Daodeijng, un testo mistico ed individuale, nato in origine come risposta ai bisogni della società. Il taoismo si sviluppò anche dal punto di vista religioso, soprattutto a scopo di cura ed esorcismo; inoltre è importante la ricerca della immortalità. I preti taoisti, avvalendosi della propria esperienza in campo rituale, praticano guarigioni ed esorcismi, nel corso dei quali cercano di dominare i pericolosi eccessi delle forze Yin invocando la superiore energia Yang. Solo pochi adepti o maestri sono in grado di raggiungere la perfetta armonia taoista, incanalando perfettamente le energie ed ottenendo l’immortalità. Il taoismo è una delle tre religioni fondamentali della Cina, insieme con Buddismo e Confucianesimo. Il termine indica la religione nei suoi vari elementi e il sistema filosofico che deriva dagli insegnamenti del filosofo Lao-Tzu. La parola Tao indica la “Via”. Nella lingua cinese la parola “via” non ha un significato univoco come in italiano, ma può anche voler dire “dottrina” o “Reale autosufficiente” (che esiste cioè di per sé stesso ed è all’origine di tutto), “grande unità”. E’ l’ultimo, l’innominato e l’innominabile. Il tao sta al di sopra di tutte le cose, persino sopra lo Yin e lo Yang (dalla fusione dei quali trae origine l’universo). E’ il principio costitutivo, il fine ultimo della corrente filosofica del Taoismo.
Diffusione
Il taoismo è diffuso nel Giappone (perché è affine allo Shintoismo). E’ impossibile quantificarne i fedeli in quanto in Cina non esiste una marcata differenziazione tra le tre principali religioni (Buddismo, confucianesimo e appunto, il Taoismo.
Storia
Nel corso dei secoli il taoismo fu messo a confronto con altre dottrine e, a seconda dell’imperatore, approvato o messo al bando. Fino al 1311 fu rappresentato ufficialmente nell’amministrazione pubblica, dopo si sviluppò fuori di questa ufficialità come una sorta di forza spirituale per tutti i cinesi. Parlando della storia del taoismo non si può fare a meno di nominarne il fondatore, Lao-Tzu, conosciuto anche come Lao-Tan, archivista reale e cronista di corte, fu visitato da Confucio, che gli domandò dei riti taoisti. Stanco della corruzione della vita pubblica, abbandonò la patria. Giunto al confine occidentale, fu implorato dal suo amico Yin-Hsi di lasciargli un libro che contenesse l’essenza della sua dottrina. Fu così che egli scrisse il TAO TEH-CHING in due parti e cinquemila parole. Pare sia morto alla età di 84 anni, nel 520 a.C.
Dottrina
All’origine di ogni cosa vi è il Tao, da cui derivano i due opposti Yin e Yang. L’essere umano deve tendere al miglioramento del proprio io, tramite l’isolamento dalla vita sociale, praticando il NON-AGIRE, e cercando di raggiungere l’immortalità. Si predica quindi un ritorno alla natura, per reintegrarsi nell’ordine cosmico (TAO): questo è LIBERTA’ dalla passionalità, dall’interesse e dall’attaccamento. La perfetta unione con il Tao viene effettuata di tanto in tanto da uomini particolari (quali i santi, gli immortali e i geni). Il santo taoista manifesta la sua presenza attraverso esibizioni di potenza: l’estasi, l’attraversamento del fuoco, il volo, l’invulnerabilità. Egli propone un mondo di perfezione limpida: questo mondo è presentato come delle isole fluttuanti sopra un abisso ad oriente del mare della Cina, abitato da uomini trascendenti Tutto ciò rappresenta il grande motivo di fondo di tutto il taoismo, e spesso ha acceso la fantasia popolare a tal punto da indurre alla pratica di tecniche alchimistiche, dietetiche ed igienistiche ritenute necessarie a tal fine.
Morale
Nel Tao-Teh-Ching, sono raccolte le indicazioni morali ed etiche che il fedele taoista deve seguire. Il taoismo predica principalmente un RITORNO ALLA NATURA, il NON AGIRE, il superare i conflitti senza partecipazione emotiva: non solo il fedele taoista rinuncia all’impegno politico, ma cerca di recuperare la semplicità e la perfezione secondo il mito dell’origine per conformarsi al Tao. Il taoista raggiunge il Tao-soffio vitale, tramite la pratica di un’igiene e di una dietetica appropriate, che mirano a restituire al corpo la sua purezza originaria, rendendolo immortale. Queste pratiche sono di tipo respiratorio, alchemico, dietetico e contemplativo. Colui il quale riesce a raggiungere l’estasi, instaura in se stesso una conoscenza nuova che lo sottrae al dolore ed alla morte arrivando ad annullarsi per rivivere nel tao, principio atemporale. Il fedele taoista condanna inoltre l’eccessiva burocrazia, la guerra, le armi. L’uomo migliore è colui che non agisce.
Pratiche dietetiche
“Non mangiare i cinque cereali” era una pratica dietetica che alcuni testi taoisti posteriori svilupparono con grande ampiezza. Si credeva che il cibarsi di cereali permettesse la crescita all’interno del corpo di tre vermi (San-ch’ung) chiamati anche tre cadaveri (San-shih) che causavano malattie e vecchiaia dell’individuo. Inoltre questi tre vermi uscivano temporaneamente dal corpo umano per recarsi in cielo a denunciare i peccati, e il peccato per i taoisti accorciava la vita. Non mangiando cereali, astenendosi dalla carne e dalle bevande alcoliche e nutrendosi esclusivamente di vegetali e di qualche droga (ginseng, cannella, sesamo, digitale, liquirizia), si giungeva a distruggere i tre vermi e a raggiungere uno stato di trance che provocava visioni e allucinazioni.
Pratiche respiratorie
Le pratiche di igiene respiratoria erano indicate dalla frase “aspirano il vento e bevono la rugiada”. Si trattava di una pratica più facile ad effettuarsi e più diffusa di quelle dietetiche; essa rappresentava alcune analogie con le tecniche dello yoga e poteva dare, a chi le effettuava, un senso immediato di benessere fisico. Scopo ultimo di tali tecniche era quello di arrivare a riprodurre la respirazione dell’embrione nello stadio prenatale; se l’adepto fosse riuscito in ciò e si fosse nutrito del soffio vitale (Ch’i), sarebbe stato compartecipe del respiro del cielo e della terra e avrebbe sviluppato, all’interno del suo corpo fisico un altro corpo immortale, leggero e sottile.
Pratiche estatiche
Il “montare le nubi e i vapori e, guidando i draghi volanti, vagare aldilà di quattro mari” era una metafora che alludeva a stati di estasi, raggiungibili grazie alle tecniche precedentemente esposte, durante i quali l’adepto avrebbe potuto compiere viaggi mistici aldilà del mondo fisico, che i cinesi immaginavano circondato dalle acque dei quattro mari.
Simboli
Il Tao (o via) viene indicato con un cerchio diviso in due metà che rappresentano lo yin (= oscurità, terra, elemento femminile) e lo yang (= luce, sole, elemento maschile) dalla fusione di questi elementi trae origine la vita dell’intero universo. Il tao è non essere (wu), la forza creativa-distruttiva che porta ogni cosa all’essere e dissolve ogni cosa nel non essere; ogni cosa, completato il suo ciclo ritorna (fu) al non essere; il non agire (wu wei), o azione in armonia con la natura, è il miglior modo di vivere. Nell’ambito della pratica del Tai Chi Chuan (Tai Ji Quan), il praticante esegue una serie movimenti volgendosi in modo uniforme verso le quattro direzioni principali (nord, est, sud, ovest) attingendo quindi alle quattro forze energetiche che i taoisti ritenevano giungere costantemente da tali direzioni: kan (l’acqua), chen (il tuono), tui (la pioggia), li (il fuoco). Queste forze furono rappresentate dai taoisti con un simbolo di potere: il PA KUA. La parola tao indica la via, il sentiero, la storia, il cammino.
Il Culto
Verso il quinto sec., il taoismo appare consolidato anche in quella che è la struttura gerarchica, con lo sviluppo di una propria mitologia e di un culto.
Esiste una triade taoista, i Tre Puri: “Puro Giada”, “Puro Superiore”, “Puro Supremo”, che risiedono nei Tre Cieli, formatisi quando, attraverso il processo cosmologico l’etere cosmologico si frazionò. Il primo (Giada) è il sovrano del Cielo. Il secondo è il regolatore dell’alternanza cosmica yin-yang e del flusso del tempo. Il terzo, che è lo stesso Lao-tzu, dimora nel terzo cielo e gli si deve culto per aver predicato agli uomini la dottrina salvifica. Attorno a questa triade si sviluppa una vivace attività cultuale. Si ignora però il sacrificio e il culto si fonda sulla pratica ascetica e sugli inni di glorificazione del tao. Vi sono varie liturgie destinate ad esprimere il ringraziamento o la richiesta fiduciosa al tao, e tutte presentano molti elementi di magia: vi è la liturgia della pioggia e quella dell’acqua, la liturgia del fuoco, quella del Signore del Cielo e quella del Nuovo Anno.
Tali liturgie erano delle vere e proprie feste religiose perché spesso precedute da digiuni e da isolamento per ottenere la remissione dei peccati,ed erano presiedute dai bonzi,i quali raccoglievano le offerte dei fedeli. Dopo la recita della preghiera si procedeva all’offerta di un piatto al Dio del Cielo. Per ogni cibo si rinnovava la cerimonia (preghiere, canti, musica, lettura dei nomi degli offerenti per la benedizione divina) che durava fino a sera. La pratica ascetica sviluppò le comunità monastiche maschili e femminili. Dopo un rituale di iniziazione, il novizio accettava i voti e le regole disciplinari, vivendo secondo norme di astinenza e di digiuno, di segregazione e di purezza. Il monaco ha per scopo di raggiungere l’immortalità, ma svolge anche attività che stanno tra il sacro e il profano:
evocatore sciamanico degli spiriti dei defunti, medico, mago, astrologo, indovino…… Tutte le tecniche praticate – la reintegrazione (morte – risurrezione mistiche), l’estasi (conoscenza nuova che sottrae alla morte e al dolore), l’ascetismo (annullamento della personalità per un tempo più o meno lungo), la pratica sessuale (la tecnica erotica taoista a carattere sacralizzante e cosmico: è un rito che appartiene alla più antica civiltà cinese) – mirano a fare di un uomo comune un “Uomo Realizzato” , un Immortale, o un Santo, uno che ottiene la “Lunga Vita” poiché “niente ha presa sul corpo quando lo spirito non è turbato. Niente può nuocere al saggio, avvolto nell’integrità della sua natura, protetto dalla libertà del suo spirito” .
Yin Yan e l’uovo cosmico ( fiaba taoista)
Secondo gli antichi Cinesi, la storia della creazione inizia con la presenza di due grandi forze: Yin, la potenza del buio e dell’ombra, e Yang, la potenza del sole e della luce. Yin e Yang ebbero un bambino, un dio chiamato Pan Gu, e fu proprio lui a formare il mondo così come lo conosciamo. Pan Gu nacque in un enorme uovo. Dentro l’uovo c’era l’oscurità più completa. Per diciottomila anni Pan Gu visse nel buio dell’uovo, diventando ogni giorno più grande. Alla fine era cosi grande che l’uovo non poteva più contenerlo. Nel guscio apparvero le prime crepe, sempre più vaste, finché l’uovo si ruppe. Le parti chiare e leggere dell’uovo volarono in alto a formare i cieli, le parti scure e pesanti dell’uovo sprofondarono in basso a formare la terra. A quel punto Pan Gu si liberò del guscio e si mise in piedi, alto e diritto. Per impedire che cielo e terra si confondessero un’ altra volta continuò a crescere, e ogni giorno spingeva per allontanarli sempre più. Passarono cosi altri diciottomila anni.Alla fine, stremato dal grande lavoro, Pan Gu si distese a terra e si preparò a morire. Il suo respiro formò le nuvole e il vento, la sua voce rombante divenne il tuono. L’occhio destro divenne la luna e l’occhio sinistro il sole. I capelli e i baffi divennero le stelle nel cielo. Pioggia e rugiada nacquero dal suo sudore mentre fiumi e montagne, piante e alberi, rocce e gemme preziose scaturirono da tutto il suo corpo.