Il circo era lo spettacolo più amato dal pubblico, e in particolar modo dai bambini. Così, un giorno, il sindaco di una ricca città del nord, contattò il circo più famoso per uno spettacolo di Natale. Per l’occasione, fu cucito un gigantesco tendone a forma di albero di natale, tutto illuminato e con una stella enorme sulla punta! Gli animali erano l’attrazione principale del circo, e i funamboli e i pagliacci passavano in secondo piano rispetto agli orsi e le tigri.
Da sempre le luci e le musiche del circo rallegravano i bambini di ogni parte del mondo, e spesso qualcuno di loro addirittura sognava di lavorare con gli artisti sotto il grande tendone. Ma niente è come sembra, e chi nel circo ci lavorava davvero lo sapeva bene! Infatti, in un clima felice come quello del Natale, nessuno poteva immaginare quanto sacrificio e quanta crudeltà si nascondevano sotto i sorrisi dipinti ed i costumi colorati. Arrivò il gran giorno, e quando lo spettacolo iniziò gli applausi durarono parecchi minuti, e gli animali e gli altri artisti si prepararono a dare il meglio di se. Quello era il loro lavoro, apparentemente divertente, ma in realtà rischioso per se e per gli altri. Il tendone era stato ben addobbato, e tutte le poltroncine avevano un comodo cuscino di velluto rosso. Quella sera il numero più atteso era quello dell’elefante in equilibrio sul pallone. L’impresa era titanica, perché c’era il rischio che l’animale perdesse l’equilibrio. Oltre tutto, anche l’elefante era vestito per l’occasione, ed aveva degli ingombranti nastri rossi che cadevano sugli occhi.
La caduta dell’elefante avrebbe potuto provocare ben più del fallimento dello spettacolo, perché sotto di lui c’erano i pagliacci vestiti da Babbo Natale che intanto dovevano fare il girotondo saltellando e ridendo al ritmo della musica. Anche il salto della tigre nel fuoco era molto pericoloso, perché se l’animale avesse sbagliato di pochi centimetri, la sua folta pelliccia avrebbe preso fuoco rischiando di incendiare tutto quanto! Per non parlare del povero orso, costretto a percorrere un’asta sottilissima sospesa in aria con una minuscola bicicletta e per giunta infastidito da un gigantesco cappello rosso con un bon bon ! L’orso iniziò, e tutti i bambini si avvicinarono ai bordi dell’arena per guardarlo meglio, e se solo l’orso si fosse distratto per guardare giù, avrebbe rischiato di schiacciare tutti i suoi piccoli ammiratori! Nessuno in quel fracasso comprendeva i pericoli del circo, tanto era suggestivo quello spettacolo.
Ma a metà dello spettacolo, proprio sotto le luci della ribalta, una scimmia molto particolare prese la parola. Inizialmente, la scimmia anche lei vestita tutta di rosso e piena di fiocchetti da per tutto, doveva canticchiare una canzoncina di Natale e poi salutare tutti con una filastrocca. Tutti erano rapiti dalla scimmietta prodigio, e sotto il tendone c’era un insolito silenzio. Ma la scimmia parlante era anche l’unico animale a poter comunicare con i bambini, per questo era tenuta d’occhio anche più degli animali feroci: il direttore del circo temeva che la scimmietta avrebbe svelato i segreti del circo. Qualche giorno prima, durante le prove, la tigre aveva rischiato di bruciarsi la coda, e per questo era stata frustata a sangue. In un’altra occasione, l’elefante, dispiaciuto per la tigre, si era distratto e per due volte era inciampato: il povero pachiderma per questo era stato lasciato a digiuno per ben tre giorni. Anche l’orso era stato punito perché, indignato per i suoi amici, si era rifiutato di salire sulla bicicletta! Tutte le volte, la scimmia aveva pianto insieme ai suoi amici, avvilita e mortificata per quanto era successo.
Così, proprio la notte di Natale, quando tutti sono più buoni e sensibili, la scimmia decise che avrebbe raccontato ogni cosa proprio durante lo spettacolo. Accadde infatti, che dopo le esibizioni di tutti gli artisti, la scimmietta, dopo aver canticchiato, si avvicinò ai bambini e si sfogò. Tutti erano sconvolti dal racconto della scimmia: quali atroci sofferenze e quante umiliazioni dovevano subire quei poveri animali per strappare un applauso e forti risate! Fu la volta della tigre, che servendosi della scimmia raccontò quanto era felice nella giungla e quanto soffriva costretta a bruciacchiarsi nel fuoco. E venne il turno dell’orso, che si tolse il cappello rosso e disse di essere stato rapito quando ancora era in fasce, non ricordava più nemmeno l’odore della sua mamma. Infine l’elefante scoppiò in lacrime, e tutti i bambini insieme a lui. La scimmietta aveva scatenato un putiferio, e con lei tutti gli animali avevano iniziato una lunga propaganda contro gli spettacoli circensi.
Alla fine di tutti i discorsi, ci fu un applauso interminabile. Il direttore del circo, per paura di essere arrestato, prese tutti gli incassi della serata e fece costruire un enorme parco dove tutti gli animali furono liberati, e gli altri artisti si presero cura di loro. Era davvero un miracolo di Natale, e la felicità degli animali, ormai liberi, era incontenibile! In occasione di tutte le feste che seguirono, i bambini andarono al parco a trovare gli animali che per tanto tempo li avevano divertiti, e questi, per riconoscenza, facevano dei numeri per loro. Stavolta però, non venivano né costretti né frustati, erano liberi, e i bambini erano felici per loro e si divertivano assieme a loro ancora di più. La scimmietta, ormai libera di arrampicarsi sugli alberi, col passare del tempo smise di parlare, ma tutti ricordarono per sempre quella lunga notte di Natale: il piccolo animale con i suoi discorsi, aveva fatto conoscere la verità.
di Rossana Costantino