In una città lontanissima, in un bellissimo negozio di giocattoli, tutti i pupazzi e le marionette, decisero di fare una festa proprio nel periodo di Carnevale. Nel negozio c’erano giocattoli di ogni forma, bambole vestite con stoffe coloratissime, e pupazzetti di peluche di tutti i tipi. Tra tutte quelle strane cose, nascosto nella crepa di un muro, viveva un piccolissimo topolino bianco e nero, che aveva sentito parlare della festa, ma non era molto contento, perché amava stare tranquillo nella sua tana segreta. Il topino, pigro e sempre assonnato, si nutriva di briciole lasciate per disordine dal negoziante di giocattoli, e passava la sua vita ad osservare ogni giocattolo che l’uomo portava di tanto in tanto in quel meraviglioso stanzone. Curioso com’era, il topolino osservava ogni cosa senza farsi notare.
Prima della grande festa di Carnevale, il negoziante, mise in vetrina un nuovo giocattolo. Il topino vide riflesso sul vetro un visino bianco come la neve: era un faccino di fata, con gli occhietti vispi e la boccuccia rossa smaltata sulla porcellana bianca. Il negoziante aveva appena esposto una ballerina, e il suo fragile corpicino era attaccato ad un bellissimo carillon. Era incredibile che qualcuno avesse potuto fabbricare una cosa così preziosa. Quando il negoziante diede la carica al carillon, il topino credette di vedere un angelo! Per più di un ora l’animaletto rimase a bocca aperta, e quando la ballerina cominciò a danzare leggera come un soffio, per l’emozione il topo cadde a terra svenuto. Era una magia, un miracolo nascosto. Quella notte infatti, come per incanto, tutti i giocattoli accatastati cominciarono a danzare insieme alla ballerina e fu la festa più bella di tutti i tempi. Il Carnevale era iniziato con una meraviglia….anche un vecchio pagliaccio con le gambe a molla, che era rimasto invenduto per anni, prese vita e diede spettacolo insieme agli altri giocattoli, e persino i soldatini posarono i loro fucili per battere le mani al ritmo della musica del carillon. Era una notte incantata, ed il topino non riusciva a muoversi, tanta era la sua felicità! Ma la luce dell’alba arrivò troppo presto, e i giocattoli smisero di danzare appena la musica svanì. Il negoziante, all’apertura del negozio, aveva trovato tutti i giocattoli in disordine, e il bellissimo vestito della ballerina, era rimasto impigliato nelle molle del pagliaccio, e si era strappato.
Disperato, il negoziante cominciò a vagare per tutte le mercerie della città per trovare un vestitino nuovo per la ballerina, ma non c’era niente di così minuscolo. Sconfortato, parlò con la moglie che sorridendo ebbe subito un’idea. La donnina sapeva cucire e rammendare come nessun’altra, e così tirò fuori da un vecchio baule decine e decine di nastrini di seta tutti aggrovigliati tra di loro. Quando il negoziante tornò in negozio per prendere la ballerina vide tutti i giocattoli in ordine come per magia, e rimase perplesso. I giocattoli, dispiaciuti per la bella ballerina del carillon, erano tornati a posto con aria rassegnata. Il negoziante non seppe mai cosa era successo. Intanto sua moglie, applicando al vestitino sgualcito della ballerina un nastrino nero di seta e del pizzo francese, trasformò il giocattolo in un’opera unica al mondo. Il topino aveva assistito a tutto da una fessura nel pavimento, e preoccupato della sorte del meraviglioso carillon rimase ad aspettare. A pensarci meglio, la ballerina e il topino adesso si somigliavano un po’: i nastrini e il pizzo del suo vestito nuovo avevano gli stessi colori dell’animaletto.
Non passò molto tempo che una bimba, vestita da ballerina in occasione del Carnevale, vide il carillon e lo chiese ai genitori in regalo. Così Rosa ebbe il carillon, e felice mostrò a tutti le piroette della sua ballerina. Il povero topino, invece, si disperò piangendo perché il suo amore per la ballerina era svanito in una confezione regalo. I colori del vestitino nuovo, che li avevano resi simili, li avevano allontanati per sempre! Da quel momento, il topino, che per tutta la vita era stato un pigrone, cominciò a danzare senza fermarsi mai. Il topino danzando poteva ricordare per sempre il Carnevale più bello della sua vita. E così, da quel giorno, fu chiamato “topo ballerino”. Ancora oggi, nei negozi di animali, si trovano a volte delle gabbiette piene di topolini bianchi e neri che saltellano senza fermarsi: sono i topi ballerini!
Fonte: Rossana Costantino