A casa dei Bilso è un pomeriggio splendido. Nonna Giulia è accanto al camino insieme ai suoi due nipotini: Federico e la piccola Susanna. Il Natale è alle porte e i bambini attendono con ansia di ricevere i loro regali, ma mancano ancora due giorni a Natale. Accanto alla poltrona di Nonna Giulia, dorme tutto beato il cane Dolly, un vecchio esemplare femmina di labrador, addestrato per salvare le persone in difficoltà.
“Nonna, vorrei anche io un cane” – dice Federico, che ha 8 anni.
“Anche la tua mamma desiderava tanto un cane alla tua età, ma un cane non è un giocattolo, ed io ho sempre pensato che, se proprio avessi preso un cane, allora lo avrei salvato dalla strada”.
“È così che hai avuto Dolly, nonna?” – chiese Susanna.
“No tesoro, Dolly è la figlia di Luky, il primo cane che nonno Giancarlo portò a casa!” – rispose la nonna.
“Luky? Non ce ne hai mai parlato nonna!” – disse Federico.
“Volete sapere chi era Luky?” – chiese allora la nonna.
“Siiiii!” – gridarono i nipoti!
“Racconta nonna! Racconta!” – continuò Susanna, mentre si sistemava sulle ginocchia della nonna.
“E va bene, allora vediamo…” – la nonna cominciò a raccontare…
Era l’ultimo giorno di scuola prima della vacanze natalizie. Vostra madre Clara, lo zio Davide e la zia Sara erano ancora a scuola e io ero in cucina, che approfittavo delle ultime ore di tranquillità per preparare dolci e biscotti di marzapane. Quell’anno l’albero di Natale era era tutto bianco, sembrava arrivato dritto dritto dal Polo Nord. Quell’anno io e nonno Giancarlo decidemmo di addobbare l’albero con tutte le palline e i nastri color oro. Sembrava quasi prezioso a vederlo!!! Sotto l’albero, avevamo già messo qualche regalino: a Natale non mancava mai la sciarpa della nonna, le pantofole del nonno, e i colori nuovi per la scuola. Vostra madre aveva più o meno la vostra età e proprio come voi aveva scritto la letterina a Babbo Natale. Quell’anno la zia Sarà chiese a Babbo Natale una bambolina di pezza con le treccine rosse e il vestito blu. Lo zio Davide, chiese a Babbo Natale una bicicletta nuova, con le rotelline, perché ancora non aveva imparato ad andarci su, proprio come voi!
E poi c’era vostra madre, Clara. Lei era ormai una signorina, andava all’ultimo anno della scuola elementare e non era più tanto sicura della venuta di Babbo Natale. Così vostra madre diede la sua letterina al nonno, in gran segreto, senza dire a nessuno di noi cosa aveva scritto.”
“E perché non te lo disse, nonna?” – domandò curioso Federico.
“Forse perché era un segreto” – rispose Susanna.
“Non so se fosse un segreto” – replicò la nonna – “Sicuramente era qualcosa che difficilmente avrebbe ricevuto per Natale.”
“Poverina!” – esclamò Federico – “Quell’anno la mamma rimase senza regalo!”
“Chissà…” – esclamò la nonna, sorridendo, poi continuò il racconto.
“Alle quattro e mezza del pomeriggio, vostra madre e i suoi fratelli tornavamo a casa col pulmino della scuola. Quel giorno lì aspettai con una golosa sorpresa!
“C’è profumo di biscotti” – disse lo zio Davide entrando in casa, mentre correva a posare la sua cartella in cameretta.
“Forza bambini, andate a lavare le mani, è pronta la merenda” – esclamai mentre sfornavo i biscotti di marzapane e versavo una bella cioccolata calda ai tre scolaretti.
La piccola zia Sara al sentire la parola “merenda” corse subito dalla stanzetta in cucina, aveva già l’acquolina in bocca alla sola vista di tutti quei caldi e profumati biscotti. Di fretta e furia andò a lavarsi le manine con la paura che vostra madre e lo zio Davide la lasciassero senza biscotti”
“Povera zia Sara, era la più piccola chissà che doveva sopportare” – disse Susanna guardando Federico, suo fratello maggiore.
“Dopo aver lavato le mani, finalmente i bambini erano tutti a tavola a mangiare la merenda, tra schiamazzi e risate varie. Il pensiero andava dritto dritto ai regali, non facevano altro che chiedersi se Babbo Natale aveva ricevuto le loro letterine.
Mentre vostra madre e lo zio Davide discutevano su di chi fosse l’ultimo biscotto, la zia Sara andò verso finestra della cucina.
“Cosa c’è Sara?” – le chiesi, e come suo solito lei mi rispose – “Niente mamma!” – ma non riusciva a scollare gli occhi dalla finestra. Lo zio Davide è sempre stato molto curioso, proprio come te Federico, e nel vedere la zia Sara così intenta a guardar fuori dalla finestra le chiese subito cosa stava guardando. E non resistendo alla curiosità, lo zio Davide si avvicinò alla finestra e guardò fuori – “Fai vedere! Fai vedere anche a me!” – gridava spingendo la sua sorellina per farsi spazio.
La zia Sara allora allungò il suo ditino e lo attaccò sul vetro della finestra in direzione di un piccolo cagnolino che stava tutto bagnato sotto al loro balcone.
“Era lui Luky nonna?” – chiese curioso Federico.
“No tesoro” – rispose la nonna – “io mi avvicinai alla finestra per vedere quel cagnolino, ma aveva il collare! Sicuramente apparteneva a qualcuno che abitava nella zona”.
“Che peccato” – esclamò intristita Susanna – “Ancora niente Luky!”
La nonna sorrise, poi aggiunse: “Chissà, magari Luky sta arrivando!”
“Continua nonna” – aggiunse Federico.
“Bene! Vediamo… Ah! Giusto! Quando vostra madre e i suoi fratelli tornavano da scuola, i primi giorni delle vacanze si dovevano fare i compiti”
“Nooo nonnaaaa! Che noia che questi compiti” – esclamò Susanna.
“Beh, prima si fanno compiti e più tempo si ha per giocare coi regali che porta Babbo Natale”
“Sarà….ma io li trovo così noiosi i compiti” – disse sottovoce Federico.
“Eh mi sa tanto che anche vostra madre e i vostri zii la pensavano così, ma l’idea di poter giocare per 15giorni senza vedere libri e quaderni sembrava molto allettante. Zia Sara però andava ancora all’asilo, non aveva molte cose da fare, quindi si metteva ad aiutarmi in cucina, a preparare gli struffoli per Natale, solo che più che aiutarmi finiva per mangiare.”
Federico e Susanna ridevano, perché la nonna sembrava un po’ seccata per questa cosa.
“Mi chiedeva sempre di assaggiare uno di quei struffoli e poi finiva per mangiarne 3 o 4! Però tutto sommato I pomeriggi trascorrevano tranquilli, vostra madre Clara aveva da fare i compiti di italiano, geografia e matematica, mentre lo zio Davide doveva imparare a leggere, così si esercitava in salone a leggere ad alta voce le letture che gli dava la maestra, si annoiava sempre un po’, ma lo doveva fare, perché il nonno Giancarlo quando tornava da lavoro voleva sempre ascoltarlo leggere dopo cena.”
“Anche papà voleva sempre ascoltarmi leggere la sera dopo cena, però quando ero più piccolo mi piaceva leggere” – disse Federico.
“Leggere è importante” – disse la nonna – “Leggendo si imparano tante cose! La zia Sara andava in po’ avanti e indietro tra il salone e la cucina: un po’ ascoltava le letture dello zio Davide e un po’ veniva a mangiare. Quel giorno però, sembrava proprio attratta dalla finestra. Allora mi avvicinai a lei, e per distrarla le chiesi se voleva chiamare il nonno al telefono per chiedergli a che ora tornava a casa quella sera.
Nonno Giancarlo era un pompiere e non si sapeva mai a che ora poteva finire di lavorare. Quel giorno la telefonata con il nonno durò molto poco, perché subito Cominciò a suonare la sirena dei pompieri e lui dovette correre in soccorso a qualcuno. Dopo la telefonata la zia Sara tornò alla finestra, ma stavolta quasi in lacrime mi disse: “Il cagnolino non c’è più”. La Signora Di Blasio era la padroncina di quel cagnolino, abitava due isolati più avanti, e spesso il pomeriggio portava il suo cane ai giardinetti di fronte casa nostra. Spiegai a vostra zia che il cane era tornato a casa sua con la sua padrona ma lei sembrava inconsolabile. Meno male che quel giorno vostra zia aveva voglia di disegnare, così la aiutai a fare un disegno prima di rimettermi a lavorare in cucina. Zia Sarà volle disegnare un grosso cagnolino marrone su un prato verde, pieno di fiorellini e accanto al cagnolino c’era lei e il suo amatissimo, enorme e colorato albero di Natale. All’epoca non era molto brava a disegnare, ma si impegnava a fare i disegni solo perché il nonno Giancarlo se li portava tutti a lavoro e li appendeva nel suo armadietto.”
“Io sono brava a disegnare” – esclamò con aria convinta la piccola Susanna, mentre Federico da dietro tentava di confutare con strani gesti la sua affermazione. Prima che i due nipotini iniziassero a litigare la nonna continuo il racconto.
“Alle 8 di sera finalmente il nonno Giancarlo tornò a casa, aveva finito il suo turno e finalmente poteva rilassarsi un po’ a casa. I pompieri rischiano la vita ogni giorno per salvarla a tante persone in difficoltà, e come diceva spesso lo zio Davide, il nonno Giancarlo più che un pompiere è un eroe, come tutti i pompieri!”
“Wooow! Allora nonno è come gli Avengers?” -disse Federico.
“Ma cosa dici Fede! Nonno è nonno!” – rispose Susanna.
“Ci siamo quasi… continuo?” – chiese la nonna per attirare l’attenzione.
“Siiii siiii” – gridarono Federico e Susanna.
“Vediamo… Dove ero rimasta? Ah! Giusto! All’improvviso, verso le 8 di sera suonò il campanello, e la piccola Sara come sempre si precipitò ad aprire, ma arrivata vicino alla porta, si spaventò molto! Iniziò ad urlare, a chiamare me, vostra madre e lo zio Davide. Asseriva che un cane avesse bussato il campanello”
Susanna e Federico cominciarono a ridere. “Un cane che suona il Campanello!” Esclamava sghignazzando Federico e sua sorella.
“Eh però vostra Zia aveva ragione! Da fuori la porta si sentiva davvero il verso di un cane! Intanto, anche vostra madre Clara e lo Davide arrivarono vicino alla porta. Così io guardai dallo spioncino, e vidi vostro nonno, aprì la porta e subito vostra zia Sara corse a nascondersi dietro le gambe di vostra madre.
Non appena aprii la porta rimasi molto sorpresa! Fuori la porta c’era vostro nonno Giancarlo con la sua tuta da pompiere e un grosso scatolone in mano. Dallo scatolo si sentivano strani rumori.
Vostra Zia Sara era un molto spaventata, non ha mai visto una cosa simile e per quanto fosse molto fantasiosa non riusciva a spiegarsi quei strani rumori. Vostra madre e lo zio Davide, invece, si guardarono negli occhi stra felici, credo proprio che capirono subito di cosa si trattava. Per non svelare il segreto a vostra Zia Sara, feci cenno con la mano ai due più grandi di non far capire nulla alla zia Sara, che ancora spaventata si nascondeva dietro vostra. Intanto il nonno entrò in casa con questo grosso scatolone, e piu si avvicinava a Sara, più vostra Zia si nascondeva.”
“Che fifona la zia” -disse il temerario Federico.
Vostro nonno dopo essersi consultato con me, propose a vostra madre e i suoi fratelli di aprire subito quel regalo di Natale. Tutti erano d’accordo, tranne la piccola Zia Sara che ancora non aveva ben chiaro cosa stava accadendo.
Da dietro le gambe di vostra madre si sentiva solo la voce della zia che diceva: “Ho paura, fa uno strano rumore questa scatola”. Lo zio Davide era impaziente e cercò di incoraggiare la zia a farsi coraggio, ma niente da fare.
Così vostra madre prese la zia in braccio, e da brava sorella maggiore si preoccupò di calmare la piccola di casa.
I tre bambini si avvicinano alla scatola, e tutti insieme aprirono lo scatolone, ed ecco…”
“Era Luky vero nonna?” – chiese speranzosa Susanna.
“Sì tesoro, nella scatola c’era un piccolo cucciolo di labrador con un grosso fiocco rosso sul collo. Nonno Giancarlo quel giorno aveva salvato 10cuccioli che erano stati abbandonati e gettati in un burrone, e insieme ai suoi colleghi ed eroi pompieri avevano deciso di adottarne uno per ciascuno.
Quell’anno vostra madre e i vostri zii decisero di rinunciare ai loro regali per occuparsi esclusivamente del piccolo Luky. Abbiamo avuto Luky per tanti anni, anche lui come Dolly era un cane addestrato per salvare le persone in difficoltà. Luky ha vinto anche tante coppe. Per anni vostra madre e i suoi fratelli sono occupati di lui, a turno gli davano da mangiare, lo portavano al parco e hanno scelto per lui anche una cagnolina con la quale hanno avuto 3 cuccioli, uno dei quali è Dolly!”
“Woow nonna! Quindi Dolly è nata qui?” – chiese Susanna.
“Eh sì, si può dire di sì! Vedete bambini, prima Luky e poi Dolly sono stati dei veri e propri membri di questa famiglia, e come tali sono sempre stati trattati!”
“Anche io voglio un cucciolo di Dolly quando ne farà uno” – disse Federico.
“Io invece voglio un cagnolino come Luky, che è stato abbandonato, per dargli una famiglia” – replicò Susanna.
“Bambini” – continuò la nonna – “i cani sono i migliori amici dell’uomo, ma semmai dovreste davvero volerne uno, impegnatevi anche voi ad essere i migliori amici del vostro cane! Ricordatevi sempre di ripagare la fiducia del vostro cane con la vostra fiducia!”