Bologna è situata al margine meridionale della Pianura Padana, presso lo sbocco della valle del Reno dall’Appennino settentrionale. Di origine etrusca (Felsina), venne distrutta dai galli verso la metà del IV secolo a.C. e conobbe quindi una progressiva decadenza fino al 189 a.C., quando i romani vi fondarono una colonia (Bononia). Con la costruzione della via Emilia, diventò un importante centro di comunicazioni e poi un ricco municipio. Distrutta da un grave incendio nel 53 d.C., fu ricostruita dall’imperatore Claudio. In età altomedievale, dopo il breve regno ostrogoto di Teodorico, passò alle dipendenze dell’esarca di Ravenna (VI secolo), quindi fu dei longobardi e dei franchi di Carlo Magno, che nel 774 la diede in concessione con l’esarcato alla Chiesa di Roma. Questo non impedì, nella città dell’XI secolo (del 1088 circa è la fondazione dell’università, la più antica d’Europa), la formazione e lo sviluppo delle istituzioni comunali, che nel 1116 ebbero formale riconoscimento da parte dell’imperatore Enrico V. Il XIII fu il secolo più glorioso di Bologna, che crebbe di dimensioni assumendo una posizione predominante nella regione e affermandosi come centro d’arte e di cultura di fama europea. Nel XIV secolo, invece, le lotte tra ghibellini e guelfi provocarono la fine del libero Comune, l’instaurazione di governi signorili e una più marcata dipendenza da Roma. Alla signoria dei Pepoli seguì, nel Quattrocento, quella dei Bentivoglio, che una rivolta popolare travolse all’inizio del XVI secolo. Assoggettata definitivamente alla Chiesa (Giulio II la prese militarmente nel 1506), Bologna continuò a primeggiare quale sede di studi scientifici e di attività artistiche, nonostante il decadimento politico. Occupata nel 1797 dai francesi, seguì poi le sorti politiche della regione.
L’odierna città, il cui abitato forma un’unica conurbazione con i contigui centri di Borgo Panigale, Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena, conserva scarsi resti romani. Nell’ampio nucleo storico (dal 1374 al 1902 circondato di mura), il cui centro è la piazza Maggiore, si trovano i principali monumenti della città: le due torri degli Asinelli e della Garisenda (entrambe pendenti), erette nel XII secolo; la gotica basilica di San Petronio (costruita dal 1390 al 1659 e sempre avvolta di grande prestigio, tanto da essere scelta nel 1530 da Carlo V per l’incoronazione imperiale), con portale ornato di sculture quattrocentesche di Jacopo della Quercia; il Palazzo del Podestà (ricostruito nel 1485); la bella fontana del Nettuno, opera del Giambologna (1563-1566), che sorge fra il Palazzo di re Enzo (1244, rimaneggiato) e il Palazzo Comunale (secoli XIII-XV).Di grande interesse anche le chiese di San Francesco (del XIII secolo, restaurata a fine Ottocento e reintegrata dopo le distruzioni belliche del 1943) e di San Domenico (1228-1238, trasformata nel Settecento, con la preziosa arca del santo, opera di Nicola Pisano e allievi, e statue di Michelangelo), nonché il singolare complesso di Santo Stefano (tre chiese sorte tra il X e il XII secolo).
Ma notevole importanza rivestono, sempre nell’architettura religiosa, anche San Pietro (rifatta nei secoli XVII e XVIII), San Giacomo Maggiore (gotica del XIII-XIV secolo, con pregevole portico quattrocentesco), Santa Maria dei Servi (XIV-XVI secolo, con una Maestà di Cimabue) e, su un colle posto a sud-ovest del centro storico, il santuario della Madonna di San Luca (1723-1757), cui si accede per una via porticata (XVII-XVIII secolo) con oltre seicento archi.L’architettura civile della città, a parte il gotico Palazzo della Mercanzia, ebbe un particolare sviluppo nel XV e XVI secolo (palazzi Sanuti-Bevilacqua, Fantuzzi in via San Vitale, Dal Monte e altri nella nobile via Galliera), mentre nei secoli XVI- XVII le dimore patrizie furono affrescate da noti pittori (tra cui i Carracci, Guido Reni, il Guercino).Caratteristici, in gran parte delle vie del centro, i portici. Nel settore museografico sono di grande interesse la Pinacoteca nazionale, ricca di opere che vanno dal Duecento all’epoca barocca (Giotto, Vitale da Bologna, Raffaello, Parmigianino, i Carracci, Guido Reni), e il Museo civico archeologico, con collezioni di epoca preistorica, etrusca e romana. Si ricordano anche la Galleria Comunale d’Arte Moderna e il museo dedicato al pittore Giorgio Morandi.
Ferrara è situata nella bassa Pianura Padana, alla destra del Po, ed è lambita da un ramo deltizio di quest’ultimo, il Po di Volano, canalizzato e utilizzato per il drenaggio delle acque di bonifica. Il primo nucleo fu fondato dagli esarchi ravennati nel VII secolo, sulla sinistra dell’antico corso del Po; nell’VIII secolo ricevette il nome attuale ed entrò a far parte del patrimonio della Chiesa con le donazioni di Pipino il Breve e di Carlo Magno, quindi, verso l’anno Mille, si rafforzò sotto i marchesi di Canossa e divenne un importante centro di traffici fluviali fino al 1152, quando il corso del fiume deviò in seguito a uno straripamento. In questo periodo la città si diede ordinamenti comunali e vi fu costruita la magnifica cattedrale romanico-gotica (XII-XIII secolo, con vari interventi successivi). In seguito, i conflitti di parte e di potere economico sfociarono nella signoria degli Estensi (1259), che nel Trecento si consolidò.
Iniziò così un periodo di splendore sotto l’aspetto artistico e culturale: nel 1385 Niccolò II eresse il grandioso castello circondato dalle acque (terminato nel Cinquecento), e l’anno successivo iniziò la “prima addizione” urbanistica, ovvero l’ampliamento verso nord-est della città medievale (ancora riconoscibile nel settore allungato, a reticolo vario e irregolare, percorso dalla suggestiva via delle Volte), che raggiunse l’odierno corso della Giovecca e ospitò l’università (1391). La “seconda addizione” del 1451, dovuta a Borso (che nel 1452 diventò duca), fu creata verso sud, fino al monastero di Sant’Antonio in Polesine, già su un’isola del Po. Infine, la “terza addizione”, detta “erculea”, fu commissionata nel 1492 da Ercole I all’architetto ferrarese Rossetti che, con il primo piano regolatore d’Europa, raddoppiò l’area urbana, ideando una luminosa “città del Rinascimento” a larghe vie e aree verdi, circondata, insieme all’abitato preesistente, da una nuova cerchia di mura bastionate, in gran parte conservata.
Itinerari Culturali È parte della prima addizione il Palazzo Schifanoia (fine XIV-XV secolo), una delle “delizie” degli Estensi, oggi sede del Museo civico, con la celebre Sala dei Mesi (seconda metà del XV secolo), il cui progetto decorativo è attribuito a Cosmè Tura, uno dei molti artisti accolti a corte (fra gli altri, il Rossetti, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Ludovico Ariosto e, più tardi, il musicista ferrarese Girolamo Frescobaldi). Della seconda addizione fa invece parte il Palazzo di Ludovico il Moro, che ospita oggi il Museo archeologico nazionale, con notevoli ceramiche provenienti dalla necropoli etrusca di Spina.
Nella terza, sul famoso quadrivio centrale, formato dai corsi Ercole I, Rossetti e Porta Mare, prospetta il Palazzo dei Diamanti, così detto per il suo bugnato, opera del Rossetti (fine XV-XVI secolo), ove è ospitata la Pinacoteca nazionale, ricca fra l’altro di opere di pittori ferraresi quali Cosmè Tura, Dosso Dossi, Ercole de’ Roberti. Non lontano sorgono i Civici musei d’arte moderna, che espongono, in varie sezioni, dipinti di artisti ferraresi dei secoli XIX-XX, quali Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. Da citare inoltre il Museo del Duomo, con sculture di Jacopo della Quercia e, nella seconda addizione, la Palazzina di Marfisa, cinquecentesca. Nel 1598 Ferrara, stremata da calamità e da gravi difficoltà economiche, fu ceduta dall’ultimo duca alla sovranità della Chiesa, e il declino ormai iniziato continuò per secoli; ma l’attività culturale rimase sempre notevole e ha sostenuto la città anche nel suo sforzo recente di ripresa.
Forlì è situata all’estremità sud-orientale della Pianura Padana, presso lo sbocco della valle del fiume Montone, ai piedi dell’Appennino tosco-emiliano. Di origine romana, Forum Livii iniziò a svilupparsi nella prima metà del II secolo a.C., dopo la costruzione della via Emilia. Sede vescovile dal IV secolo, fece quindi parte dell’Esarcato bizantino e, dall’XI secolo, fu libero comune ghibellino, spesso in lotta con le città vicine, soprattutto con Faenza. Incorporata nel 1315 nella signoria degli Ordelaffi, e più tardi concessa dal papa Sisto IV a Gerolamo Riario e poi alla vedova di lui, Caterina Sforza, nel 1500 fu conquistata dal Valentino; alla sua morte fu definitivamente annessa allo Stato della Chiesa, di cui seguì da allora le sorti politiche.
Itinerari Culturali La città conserva nel centro storico notevoli monumenti, tra cui la basilica di San Mercuriale, romanica (fine del XII secolo), alterata e restaurata, con campanile di tipo lombardo del 1180; il Palazzo del Podestà del 1460; la Rocca di Ravaldino, ampliata a partire dal 1472. Sul corso Garibaldi s’affacciano pregevoli edifici del XVI-XVIII secolo, fra i quali il settecentesco Palazzo Gaddi, che ospita il Museo romagnolo del Teatro e il Museo della Marineria romagnola. Nel complesso dei musei comunali si trovano il Museo archeologico e la notevole Pinacoteca, che espone opere di scuola romagnola, tra cui il celebre Pestapepe, ritenuto del pittore Melozzo da Forlì. Le attività turistiche sono perlopiù nei centri di Cesenatico, Castrocaro Terme, Campigna.
Modena è situata nella Pianura Padana, non lontano dalle prime ondulazioni appenniniche, tra i fiumi Secchia e Panaro. Fu originariamente un insediamento ligure, poi etrusco e gallico, quindi, dal 183 a.C., colonia romana, col nome Mùtina, situata lungo la via Emilia. Modena venne abbandonata fra il V e il VII secolo, soprattutto a causa delle periodiche inondazioni del Po, e gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo di Cittanova. Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile in un nucleo, tuttora riconoscibile dalla tipica rete di stradette altomedievali, che il vescovo Leodoino fece cingere di mura nell’891. La signoria dei vescovi, durante la quale venne eretta la nuova cattedrale, ebbe termine con l’autonomia comunale nel 1135, ma nel 1249, nella battaglia della Fossalta, Modena ghibellina venne sconfitta da Bologna guelfa, e, nel 1288, si consegnò agli Estensi di Ferrara, che la ebbero definitivamente dal 1336.
La città medievale era percorsa da canali che utilizzavano l’acqua come via di trasporto e come forza motrice; vennero coperti in epoche seguenti, ma tuttora il nome di alcune strade ne ricorda la passata presenza. Già dal XIV secolo venne avviata un’evoluzione urbanistica che divenne più incisiva con la rinascimentale “Addizione erculea”, iniziata nel 1546 e che interessò il settore settentrionale, e soprattutto quando, ceduta Ferrara allo Stato della Chiesa (1598), gli Estensi fecero di Modena la capitale del Ducato. Lo stato sopravvisse anche alla restaurazione dopo il periodo napoleonico, quando gli austriaci vi insediarono un Asburgo imparentato con gli ultimi Estensi. In seguito anche la cinta muraria secentesca venne abbattuta e furono creati i viali di circonvallazione intorno a tutto il centro storico.
Itinerari Culturali Notevoli monumenti sono la Cattedrale, fra i massimi esempi dell’architettura romanica, opera di Lanfranco, impreziosita dal portale maggiore e dai bassorilievi di Wiligelmo (XII secolo); all’interno, si trovano nella navata centrale rilievi di maestri campionesi; nell’attiguo Lapidario sopravvivono invece metope romaniche del 1125-1130. Affiancata alla Cattedrale si erge la Ghirlandina, il famoso campanile romanico-gotico alto 88 m, già torre di vedetta. Notevoli sono inoltre il Palazzo Comunale, nella piazza Grande dietro la Cattedrale, di origine medievale ma rimaneggiato fra il XVII e il XIX secolo, con la duecentesca Torre dell’Orologio: al suo interno, ricco di affreschi del Cinquecento, conserva una secchia di legno, che una leggenda popolare ritiene sia quella “rapita” ai bolognesi nel 1325, dalla cui vicenda trasse ispirazione Alessandro Tassoni per il poema eroicomico La secchia rapita; la chiesa rinascimentale di San Pietro, eretta fra il 1476 e il 1518, contenente numerose statue tra cui una Pietà in terracotta dello scultore modenese del Cinquecento Antonio Begarelli; il grandioso Palazzo Ducale, fatto costruire dagli Estensi intorno al castello trecentesco a iniziare dal 1630, con un notevole cortile d’onore: dal 1862 è sede dell’Accademia militare e del relativo Museo storico.
Infine nel vasto Palazzo dei musei, costruzione del Settecento, si trovano riuniti il Museo lapidario estense, la Biblioteca estense (in cui si conserva la celebre Bibbia di Borso, miniata nel Quattrocento), i Musei civici (archeologico-etnologico; di storia e arte medievale e moderna; del Risorgimento); la Galleria Campori; la Galleria estense, preziosa raccolta di opere del XIV-XVIII secolo, in particolare emiliane e padane. Nella casa dove abitò lo storico Ludovico Antonio Muratori si trovano il Museo muratoriano e un centro di studi. A Maranello ha sede la celebre industria motoristica della Ferrari. Modena è anche famosa per l’aceto balsamico di cui si tramanda la ricetta di generazione in generazione.
Parma è situata fra l’Appennino tosco-emiliano e il Po, in un’area molto fertile della Pianura Padana. È attraversata dal torrente Parma, nel punto in cui riceve le acque da un altro torrente, il Baganza. La colonia romana di Parma venne fondata nel 183 a.C. sul sito di un insediamento etrusco; la via Emilia, da poco costruita, ne costituiva il decumano massimo, oggi compreso tra Strada Mazzini e Strada della Repubblica. La colonia trasse vantaggio dalle bonifiche per le attività agricole, di allevamento ovino e laniere. Sede vescovile dal VI secolo, decaduta poi durante le invasioni barbariche, sotto la dominazione bizantina custodì il tesoro erariale, da cui derivò la denominazione Chrysópolis, “città dell’oro“.
Dopo i periodi longobardo e franco e una lunga supremazia dei vescovi, nel XII secolo divenne libero Comune e fu tra i fondatori della Lega lombarda. In seguito, in lotta con le città vicine e travagliata da continue discordie tra fazioni interne, non riuscì a esprimere una signoria cittadina e fu dominata da Estensi e Scaligeri, dal 1341 dai Visconti, e poi dagli Sforza fino al 1500. Dal 1521 sotto la sovranità dello Stato della Chiesa, fu concessa in feudo nel 1545, insieme a Piacenza, dal papa Paolo III al figlio naturale Pier Luigi Farnese: nacque così un Ducato di cui Parma divenne capitale. Tuttavia, a una fase di innovazione urbana seguì un periodo di relativa decadenza, culminato nel 1731 con l’estinzione della famiglia ducale; nel 1748 il Ducato fu quindi assegnato a Filippo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V di Spagna, e conobbe un nuovo periodo di notevole attività economica e culturale durante il quale, ad esempio, Giovan Battista Bodoni creò la celebre Stamperia ducale (1786). Dopo il periodo napoleonico, il Ducato fu concesso “in vitalizio”, nel 1815, a Maria Luisa d’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria e moglie di Napoleone, che fu sovrana molto amata oltre che illuminata riformatrice. Dal 1847 al 1859 fu nuovamente dei Borboni.
Itinerari Culturali Il vasto nucleo storico, di forma ellittica, entro i viali di circonvallazione che seguono il tracciato dell’ultima cerchia muraria, abbattuta fra l’Ottocento e il Novecento, include al suo centro, sulla destra del torrente, l’area della città romana, con le tipiche strade ortogonali alternate agli stretti vicoli medievali e, sul luogo dell’antico forum, la piazza Garibaldi, cuore civile della città. In quest’area sorgono quasi tutti i principali monumenti della città: il Duomo romanico del XII secolo, con l’alto campanile gotico del XIII secolo, al cui interno, nella cupola, è conservato il grande affresco del Correggio l’Assunzione della Vergine (1526-1530), oltre al celebre rilievo della Deposizione (1178) e la cattedra episcopale, opere dello scultore Benedetto Antelami; al vertice meridionale della suggestiva piazza del Duomo è situato il Battistero ottagonale, costruito fra il 1196 e il 1307, dalle magnifiche forme gotiche, ricchissimo, all’esterno e all’interno, di opere scultoree dell’Antelami e allievi, fra le quali i famosi rilievi dei mesi, nei sedici spicchi della cupola, e di affreschi del 1200 di stile bizantino; la chiesa di San Giovanni Evangelista, terminata nel 1607, con il grandioso cielo della cupola affrescato dal Correggio; la storica Spezieria; la Camera del Correggio, un locale dell’ex monastero delle benedettine di San Paolo, con il soffitto a volta affrescato dall’artista nel 1519; la chiesa rinascimentale della Madonna della Steccata (1521-1525), a pianta centrale, con un cielo decorativo dipinto tra il 1530 e il 1539 dal Parmigianino, al cui interno è custodita una venerata immagine della Madonna, un tempo protetta da uno steccato, da cui deriva l’attuale denominazione; il celebre Teatro Regio, in stile neoclassico, costruito nel 1829; il Palazzo Ducale (XVI-XVIII secolo), al margine del parco omonimo, realizzato nel 1561 sulla sinistra del torrente; a sud si estende il quartiere popolare chiamato Oltretorrente.
Sulla piazza della Pace si erge il vastissimo e articolato Palazzo della Pilotta, costruito dai Farnese fra il 1583 e il 1622 e rimasto incompiuto. Esso ospita il Museo Archeologico Nazionale, voluto dai Borboni nel 1760, che espone fra l’altro la famosa Tabula alimentaria di epoca traianea, la più estesa iscrizione romana su bronzo; la Galleria Nazionale, fra le più importanti d’Italia, con opere di Giovanni Battista Piazzetta e del Parmigianino, e alcune fra le principali del Correggio; il Teatro Farnese, opera di Giovanni Battista Aleotti (1618), magnifica opera in legno inserita in un vano lungo 87 metri, caratterizzato da una cavea con 14 gradoni. Tra le cittadine della provincia si ricorda Colorno e la sua reggia denominata la piccola Versailles, costruita come rocca per la difesa dell’Oltrepò nel XIII secolo; appartenuta ai Da Correggio e poi ai Terzi. Tra il ‘550 e il ‘600, grazie alla contessa Barbara Sanseverino, divenne una corte raffinata, arricchita e impreziosita dalle opere di artisti come Tiziano, Correggio, Mantegna, Raffaello e Giulio Romano. Non si conoscono i motivi per cui la contessa fu decapitata per ordine di Ranuccio I Farnese. Dopo più di cento anni iniziarono i lavori che, grazie a Francesco Farnese, conferirono al palazzo l’aspetto attuale per gli interventi effettuati dall’architetto Ferdinando Galli (1657-1743), detto il Bibiena, rendendo famoso il palazzo, le fontane e il magnifico giardino. Nei dintorni si possono visitare i vari castelli di cui abbonda la provincia.
Piacenza è situata in pianura lungo la sponda destra del Po, non lontano dalla confluenza del fiume Trebbia. Placentia, questo il nome latino dato a una delle più antiche colonie romane, venne fondata nel 218 a.C. quale castrum contro i galli e verso il 187 a.C. fu collegata a Rimini attraverso la via Emilia. Conquistata dagli ostrogoti nel VI secolo, si sviluppò notevolmente sotto i bizantini e i longobardi; dal IX secolo al 1090 fu retta dai vescovi, poi si affermò come Comune, e fu tra i fondatori della Lega lombarda. Fu questo un periodo di grande attività commerciale, favorita anche dai traffici fluviali e dalle importanti fiere che vi si tenevano.
Ma fazioni interne dividevano la città e il ricco mercante Alberto Scotti riuscì a imporle la sua signoria solo dal 1290 al 1302. Dominata quindi dai Visconti di Milano, poi dagli Sforza fino al 1449, passò allo Stato della Chiesa nel 1521 e, dal 1545, fece parte, costituendone la capitale fino al 1566, del Ducato di Parma e Piacenza, creato dal papa Paolo III per il figlio Pier Luigi Farnese. Estinta la famiglia ducale nel 1731, Piacenza, insieme alla capitale Parma, passò nel 1748 a Filippo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V di Spagna. Dopo il periodo napoleonico, dal 1815 al 1847 fu “vitalizio” di Maria Luigia d’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria e moglie di Napoleone, prima di passare nuovamente ai Borbone, fino al 1859.
Itinerari Culturali La città è stata difesa, a iniziare dall’età romana, da cinque cerchie di mura, di cui le prime quattro con un tracciato in parte coincidente a nord: quella repubblicana del castrum, di forma rettangolare, quella imperiale, quella comunale del XII secolo, che inizia a tendere alla forma ellittica, quella comunale del XIII secolo e quella cinquecentesca farnesina, dal profilo ellittico-poligonale, la sola di cui restano notevoli segmenti lungo i viali di circonvallazione. All’interno di questo esteso nucleo storico, eccentrico, a causa della vicinanza del Po, rispetto all’espansione moderna della città, l’area d’origine romana è definita dalle strade rettilinee, parallele e ortogonali fra loro e al corso del fiume; le aree di avanzamento successive sono comprese fra le lunghe strade sub-parallele del settore centro-sud
Vi sorgono notevoli monumenti, quali la basilica di Sant’Antonino, di origini paleocristiane, eretta fra l’XI e il XV secolo; la basilica romanica di San Savino (1107), con un prezioso pavimento di mosaico del XII secolo nella cripta; il Duomo (1122-1133), in stile romanico con elementi gotici, affreschi del Guercino e alto campanile trecentesco; il magnifico Palazzo Pubblico detto il Gotico (1281), con profondo portico e grandi polifore, su piazza Cavalli, centro civile della città, dove sorgono le due celebri statue equestri bronzee dei duchi Alessandro e Ranuccio Farnese, opera di Francesco Mochi; il rinascimentale santuario della Madonna di Campagna, opera di Alessio Tramello che disegnò anche la chiesa di San Sisto (1522-1528), originariamente a croce greca, con affreschi del Pordenone; il vasto Palazzo Farnese, incompiuto, che risale al 1559-1570, dov’è sistemato il Museo Civico, che possiede, oltre a pregevoli raccolte di arti minori, una Madonna del Botticelli (1487), sculture medievali, carrozze dal XVIII al XIX secolo, e il celebre “fegato etrusco“, un modello in bronzo del fegato risalente al II secolo a.C.; nelle adiacenze si trova anche la rocca viscontea, trecentesca, in parte demolita nel Cinquecento. La ricca Galleria d’arte moderna Ricci-Oddi possiede opere, fra l’altro, di Antonio Fontanesi, Medardo Rosso e Federico Zandomeneghi; la Galleria Alberoni, nel collegio omonimo, a circa 3 km a sud-est, custodisce il famoso Ecce Homo di Antonello da Messina. Nei dintorni si possono visitare i vari castelli di cui abbonda la provincia.
Ravenna è situata in pianura, a sud delle valli di Comacchio e a 8 km. dal mare Adriatico, cui è collegata, dal Settecento, per mezzo del porto-canale Corsini. Il primo nucleo si deve a un insediamento degli umbri (anche se il nome è probabilmente di origine etrusca), sorto a scopi difensivi fra il mare, allora molto più vicino, e la laguna nell’entroterra. Nel I secolo a.C. divenne municipio romano; Augusto, quindi, fondò poco più a sud la grande base navale di Classe (Classis, in latino “flotta”), che contribuì anche allo sviluppo commerciale della città.
Nonostante il progressivo interramento del porto e l’impaludamento della laguna, Ravenna fu eletta nuova capitale nel 402 dall’imperatore romano d’Occidente Onorio, mentre i visigoti già avevano iniziato l’invasione della penisola italica. Dopo la deposizione di Romolo Augustolo, avvenuta proprio a Ravenna nel 476 per mano del capo germanico Odoacre, e dopo il regno di Teodorico (493-526), la città mantenne sotto i bizantini il ruolo prima di capitale della prefettura d’Italia, quindi del solo esarcato, il quale fu dapprima conquistato nel 751 dai longobardi e quindi passò nel 756 ai franchi, entrando infine a far parte della donazione di Pipino al papa per il “Patrimonio di San Pietro”. La città fu allora retta dagli arcivescovi, anche se con molti contrasti con la Chiesa di Roma, quindi secondo ordinamenti comunali; poi dal 1302 al 1441 dalla famiglia dei Da Polenta, e infine dalla Repubblica di Venezia, il cui dominio terminò nel 1509, quando Ravenna venne ceduta definitivamente allo Stato della Chiesa.
Itinerari Culturali Il centro storico nel quale si riconoscono, all’interno dei moderni viali di circonvallazione, l’area della città romana a vie ortogonali, l’addizione tardoromana avvenuta a partire dal 402 e quella ostrogota e bizantina, include quasi tutti i maggiori monumenti. Fra questi, sono tardoromani il battistero Neoniano e degli Ortodossi, del V secolo, rivestito di mosaici coevi; la basilica di San Giovanni Evangelista, nella parte est del centro, voluta da Galla Placidia, sorella di Onorio, restaurata dopo i bombardamenti aerei del 1944; il piccolo mausoleo di Galla Placidia, con i mosaici più antichi di Ravenna.
Del periodo ostrogoto-bizantino sono la chiesa di Sant’Apollinare Nuovo, eretta da Teodorico in forme basilicali, con campanile cilindrico del IX-X secolo e magnifici mosaici; il singolare mausoleo di Teodorico o Rotonda, costruito dopo il 520, con cupola in un solo blocco di roccia calcarea del diametro di circa 11 metri; la chiesa di San Vitale, con pianta e cupola ottagonali, eretta fra il 528 e il 548, e dall’interno impreziosito da marmi e mosaici; la basilica di Sant’Apollinare in Classe, costruita fra il 533 e il 536, con splendidi mosaici d’epoca bizantina (VI-VII secolo), e posta non lontano dall’area archeologica di Classe, dove sono visibili ruderi dell’antico porto. Il Museo nazionale espone reperti romani e paleocristiani e opere di arti minori; il Museo arcivescovile conserva, fra l’altro, la nota cattedra di Massimiano, del VI secolo, in avorio; la Pinacoteca comunale, ospitata in un ex monastero caratterizzato da una bella Loggetta lombardesca del Cinquecento, possiede varie opere di scuola romagnola. Monumenti importanti sono inoltre il Duomo (1745), in stile barocco, con ambone del VI secolo; il sepolcro settecentesco di Dante, morto esule a Ravenna nel 1321, mentre era ospite dei Da Polenta; e, al vertice nord-est della cinta muraria, di cui restano alcuni segmenti, la Rocca di Brancaleone, opera veneziana del 1457-1470, che dominava la città.
Reggio Emilia è situata nella Pianura Padana, presso lo sbocco della valle del torrente Crostolo ai piedi dell’Appennino. Di origine romana (Regium Lepidi), la città fu fondata nel 175 a.C. dal console Emilio Lepido lungo la via Emilia, che ne costituì il decumano massimo. Dopo la crisi del periodo longobardo, verso il XII secolo fu libero comune, travagliato dalle lotte fra guelfi e ghibellini, ma attivo nel realizzare grandi opere pubbliche. Nei secoli seguenti passò sotto la signoria di varie famiglie nobiliari, tra cui gli Estensi (1290-1306), i Gonzaga, i Visconti e, all’inizio del Quattrocento, ancora gli Estensi, ai quali rimase fino all’occupazione francese. Sotto il loro dominio la città divenne uno splendido e ricco centro di vita rinascimentale, ma declinò nel Seicento. Continuò ad avere tuttavia una spiccata predisposizione per gli spettacoli e crebbero numerose le istituzioni musicali e teatrali. Nel 1796, caduto il governo estense, fu proclamata la Repubblica reggiana, che venne presto annessa alla napoleonica Repubblica Cispadana, durante la cui proclamazione, in una sala del Palazzo Comunale (7 gennaio 1797), fu adottato il vessillo tricolore, bianco, rosso e verde, che divenne poi bandiera dello stato unitario italiano. Dopo la Restaurazione, la città seguì le sorti del Ducato di Modena fino al 1860.
Itinerari Culturali Il vasto centro storico, esagonale come la cerchia delle mura medievali, abbattute nell’Ottocento, conserva notevoli monumenti: il Duomo, ricostruito fra il XIII e il XIV secolo, con rifacimenti fino al XVIII; la basilica di San Prospero, con campanile ottagonale, affreschi di Camillo Procaccini e coro ligneo cinquecentesco; il santuario della Madonna della Ghiara, costruito fra il 1579 e il 1619, ricco di affreschi del Guercino e di altri; il palazzo Bussetti, del XVII-XVIII secolo. Importanti sono inoltre i Musei civici con sezioni di storia naturale, paleontologia, preistoria, archeologia, e la Galleria Antonio Fontanesi, con opere dal XV al XX secolo. Nella Galleria Parmeggiani sono ospitate notevoli collezioni di arti minori e opere pittoriche.
Rimini è situata sulla costa del mare Adriatico all’estremità sud-orientale della Pianura Padana, a breve distanza dalla catena appenninica, presso la foce del fiume Marecchia. Di origine etrusca, nel 268 a.C. il primo nucleo della città fu occupato dai romani, i quali vi introdussero una colonia, Aríminum (da Aríminus, nome latino del fiume Marecchia), che diventò un’importante base militare e in seguito, a partire dal 27 a.C., fu colonia augustea. Nel Medioevo appartenne ai goti, ai bizantini, ai longobardi e ai franchi, costituendosi poi in libero comune nella seconda metà del XII secolo. Verso la fine del XIII passò sotto la signoria dei guelfi Malatesta, che la tennero fino al 1500. Dopo un breve dominio dei Borgia e dei veneziani, passò infine, quale parte del patrimonio di San Pietro, allo Stato della Chiesa, di cui seguì da allora le sorti politiche. Nel 1815 Gioacchino Murat vi emanò il “proclama di Rimini”, con cui esortò gli italiani a unirsi a lui per conquistare l’indipendenza e la libertà.
Itinerari Culturali Il centro storico, che si trova a oltre un chilometro dal mare, conserva notevoli monumenti, tra cui l’arco di Augusto (27 a.C.), il più antico degli archi trionfali romani conservati; il ponte di Tiberio, iniziato sotto Augusto e risalente al 14-21 d.C.; i palazzi dell’Arengo (1204) e del Podestà (1330), ambedue rimaneggiati; la chiesa di Sant’Agostino, romanico-gotica del 1247, con affreschi di scuola riminese del Trecento; i massicci resti del castello Sismondo, di Sigismondo Malatesta (costruito fra il 1438 e il 1446). Vero capolavoro dell’arte rinascimentale è il Tempio Malatestiano, una cappella di epoca medievale completamente rinnovata all’esterno da Leon Battista Alberti fra il 1447 e il 1460, e al suo interno, che mantiene maggiormente l’originaria struttura gotica, da Matteo de’ Pasti; la chiesa conserva inoltre importanti opere come i bassorilievi di Agostino di Duccio, un affresco di Piero della Francesca e un crocefisso su tavola di Giotto. Il Museo della città comprende il Lapidario romano e una notevole Pinacoteca.
L’economia locale si basa prevalentemente sul turismo, giacché Rimini è una delle più grandi e frequentate stazioni balneari d’Italia e d’Europa: la parte moderna della città, la cosiddetta Marina, iniziata nella seconda metà dell’Ottocento, oggi si estende sulla costa per oltre 12 chilometri.